Ti invito a documentarti su un recente passato ...
L'autunno nero del '92 tra tasse e svalutazioni
"Bancarotta, crisi finanziaria, insolvenza: scenari inquietanti per la Grecia a un passo dal baratro, come avvenne da noi nel 1992, se pur in un contesto europeo e globale non comparabile con l'attuale. Le similitudini sono molteplici, come ricorda Giuliano Amato, che in quell'estate-autunno di 18 anni fa guidava un governo nel pieno della tempesta di Tangentopoli. Anche l'Italia si trovò di fronte al dilemma se intervenire per riportare i conti pubblici entro un sentiero di sostenibilità, oppure scivolare lentamente nell'abisso. L'imperativo categorico era recuperare un minimo di credibilità sui mercati, alleggerire il peso degli interessi che cresceva a ritmo esponenziale facendo volare il deficit. Una spirale infernale, poiché l'alto debito costringeva il Tesoro a offrire rendimenti sui propri titoli che superavano il 12,5 per cento. In questa situazione di grande fragilità partì l'attacco alla lira.
L'Europa era in pieno panico da referendum danese, con il rischio che un no alla ratifica del trattato di Maastricht innescasse un effetto a valanga sugli altri paesi. Il mercato prese a sparare alla rinfusa e le monete meno forti furono le prime a cadere sotto i colpi della speculazione: la peseta e la lira, prime tra tutte.
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La risposta del governo Amato fu la maximanovra da 93mila miliardi, pari al 5,8% del Pil, la più imponente correzione dei conti mai realizzata fino ad allora (43.500 miliardi di tagli, 42.500 di nuove entrate, 7mila di dismissioni). Una stangata da «lacrime e sangue» che servì - lo ricorda lo stesso Amato - «per rientrare, come dissi in Parlamento parafrasando Franco Modigliani, nel consorzio delle società normali».
" (continua nel link)