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Perché questa crisi non è presa sul serio? Colpa di economisti e politici

  1. #11
    Sempre più FdT mformatteo
    Uomo 36 anni da Imperia
    Iscrizione: 14/12/2009
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    l'unico problema della nostra bella Italia, è che abbiamo voluto scimmiottare il capitalismo più sfrenato, senza averne le qualità, visto che da sempre l'Italia è composta da imprese medio-piccole, e poche, pochissime famiglie con il monopolio produttivo in mano.

    Insomma, godiamoci questo nostro capitalismo all'italiana, dove gli interessi sono tutti nelle mani di poche ristrette persone (che hanno le mani in pasta ovunque), e la concorrenza non esiste.

    Detto questo, mi sembra anche doveroso dire quanto l'attuale governo di tecnici sia fallimentare. Churchill diceva che un popolo che si tassa sperando con questo di diventare un giorno florido, è come uno che in piedi dentro ad un catino, prova a sollevarsi tirandone i manici.

    Ci voleva un pool di super docenti sulla settantina (rimasti a quarant'anni fa come concezione del mondo economico..) per aumentare tasse, iva e tagli nei settori sbagliati?
    boh, chiamavano me e ci avrei messo due giorni a dire "aumenta l'iva, vai sciolto, così aumentiamo il gettito".



    La cosa che mi spaventa è che oltre a mancare le persone, mancano pure le idee.

    siamo prigionieri in questo stato di ottuagenari mafiosi, e il signor Monti non è altro che un figurante messo lì per fare il lavoro sporco che i politici di oggi (e di ieri, e di domani..) non vogliono fare.

    nè più nè meno.

  2. #12
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 38 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
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    Quote Originariamente inviata da Lucien Visualizza il messaggio
    Sì, siamo d'accordo, infatti con neoliberismo intendo non il liberalismo ma la sua estremizzazione, le dottrine del lasciar fare esasperato, senza nessun controllo né regolarizzazione.
    Non è giusto che gli istituti finanziari facciano i porci comodi loro sui mercati andando poi a chiedere finanziamenti agli stati, cioé a tutti noi, quando la speculazione va male, ricattandoci perché se vanno a fondo loro affondiamo tutti, né che gli stati vengano portati a fondo dall'effetto domino dei mercati innescato dalle agenzie di rating. Bisogna darsi una regolata, altrimenti corriamo grossi rischi. La fine del mondo di cui si parla tutti la attendono dal meteorite o dai vulcani, io la aspetto dai mercati e dalla speculazione.

    Penso anche che la maggior parte della gente sia ancora estranea a queste considerazioni, e che ci vorrebbe più consapevolezza.
    In questo caso ok, siamo perfettamente d'accordo Avevo dubitato dato che in passato c'eravamo scontrati su questioni socio-politiche, e non sapevo quanto "estremo" fosse il tuo pensiero espresso nel post precedente

  3. #13
    Scrivano Lucien
    Uomo 39 anni da Imperia
    Iscrizione: 10/10/2008
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    Misteri miliardari e contraddizioni di questa crisi economica



    Il vice di Rajoi nei giorni scorsi si è presentato al Parlamento spagnolo per dichiarare che, senza l’intervento europeo all’acquisto dei bonos, lo Stato spagnolo sarebbe già insolvente e che in cassa la Spagna, di suo, non ha più neppure un euro. Lo ha fatto nel giorno in cui si doveva decidere se dare aiuti alle banche spagnole.
    Per la prima volta ho sentito un commentatore economico (Radio 24) chiedersi quanto c’era di vero e quanto di strumentale per intimorire, in una sorta di ricatto innominato e innominabile, chi doveva decidere degli aiuti alla Spagna.
    Il dubbio era legittimo. Tanto più che, come ricordava lo stesso commentatore “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina” (Andreotti docet). E poi, come insegna Agatha Christie, quando c’è il movente, l’occasione e il mezzo … il giallo è quasi risolto.


    Però perché pensar male solo del povero Ministro spagnolo? Perché non si fa lo stesso discorso per mille altre dichiarazioni di mille altri ministri e per mille altri esperti più o meno a conoscenza della materia di cui parlano? Per esempio dei tanti economisti che scrivono e parlano di economia in tutte le sedi.
    Si dice che la crisi è nata dai mutui subprime americani nel 2007. Ma quei mutui assommano a soli 1.000 miliardi di dollari e, per tenere in piedi le banche di tutto il mondo, tra dollari ed euro, si sono spesi non meno di 6.000 miliardi. Non sarebbe stato più facile ed economico saldare quei mutui, conservando così in piedi tutto quello che ci si era costruito sopra (magari lasciando a carico delle banche erogatrici una quota del danno fatto)? Quando la Torre di Pisa minacciava di crollare si è provveduto rinsaldando il terreno sotto di lei. Ed è stato sufficiente.

    Per la finanza mondiale, se il problema era quello, bastava fare la stessa cosa. E’ possibile che nessuno ci abbia pensato tra tanti cervelloni all’opera?


    Si dice che la crisi europea dipenda dai debiti sovrani. Ma degli Stati a rischio solo la Grecia aveva un debito enorme. Gli altri (Irlanda e Portogallo) avevano un debito al 45% del Pil e la Spagna lo ha a meno del 90%. Non lontano dalla percentuale della Germania. Sì, certo l’Italia lo ha al 120%, ma gli Usa sono al 125% e sono considerati sicurissimi nonostante anche le loro banche siano imbottite di titoli tossici.


    Sì, certo anche le banche italiane sono piene dei titoli di Stato italiani, classificati da Moody’s a poco più che spazzatura e per questo le loro azioni perdono valore in borsa quasi ogni giorno, ma tutti ci dicono che le banche italiane sono sicure. Nonostante i btp.
    Siamo un paese a rischio e per questo il nostro spread non scende, per questo la speculazione attacca preferibilmente noi, ma Bofinger (professore di economia all’Università di Wuerzburg, consulente della Merkel e uno dei cinque saggi incaricati di monitorare la situazione economica per la Germania) sostiene che il nostro è il secondo paese più solido del G7.

    E va evidenziato che parla del G7, non del’eurozona, non della Ue, ma proprio del G7, dell’organizzazione di cui fanno parte i paesi più sviluppati del mondo. Ed elenca con cura tutti quelli con meno soldi dell’Italia (e ovviamente della Germania): Gran Bretagna, Francia, Usa, Giappone, Canada. Ma se siamo più solidi della Gran Bretagna che è più solida della Francia che è più solida degli Usa perché siamo in queste condizioni? Posso capire la nostra superiorità sul Giappone con il suo debito pubblico al 220%, l’energia atomica da abbandonare e lo tsunami da smaltire, ma sugli Usa e gli altri proprio non lo spiego. A meno che tutti gli altri, Monti compreso, non ci abbiano raccontato solo balle pazzesche.


    Ma se il prof. Bofinger ha ragione, se è all’altezza dei suoi incarichi e della sua carica universitaria, allora perché la speculazione attacca un paese così solido e sicuro? Bofinger spiega pure che la Gran Bretagna ha un deficit che è quattro volte quello italiano. Perché allora paga il danaro un terzo di quanto lo paghiamo noi? Forse perché ha un debito pubblico molto più basso, ma, a parte il fatto che di questo passo in alcuni anni ci avrà raggiunto, il suo sistema bancario è a rischio molto più del nostro.
    Inoltre la loro banca principale, la Barclays è sotto accusa. E’ stata di recente multata per circa 400 milioni di euro per aver truccato la determinazione del tasso e quindi truffato e fatto truffare da altre banche che nulla sapevano (forse) milioni di clienti in tutto il mondo.
    Però a rischio è l’Italia e deve fare riforme strutturali, dal sistema pensionistico a quello sanitario, anche se la spesa per questi capitoli è in linea, già da prima della riforma, con quella degli altri paesi europei.
    Le contraddizioni della crisi ed i soliti misteri sui nostri soldi - AgoraVox Italia

    E' tutta una balla insomma, le conseguenze sono durissime ma è tutta una balla fondata sui maneggi della speculazione. La finanza ci attacca e noi dobbiamo rinunciare a occupazione, stato sociale, benessere, cultura, a tutto ciò su cui si fonda la nostra vita civile. Se qualcuno riuscisse a spiegare questo chiaramente a tutti i greci, tutti gli spagnoli, tutti i giovani senza futuro, tutti gli anziani senza più pensione, insomma a tutte le persone a cui la "crisi" ha tolto la dignità...

  4. #14
    Overdose da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
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    Quote Originariamente inviata da Lucien Visualizza il messaggio
    Le contraddizioni della crisi ed i soliti misteri sui nostri soldi - AgoraVox Italia

    E' tutta una balla insomma, le conseguenze sono durissime ma è tutta una balla fondata sui maneggi della speculazione. La finanza ci attacca e noi dobbiamo rinunciare a occupazione, stato sociale, benessere, cultura, a tutto ciò su cui si fonda la nostra vita civile. Se qualcuno riuscisse a spiegare questo chiaramente a tutti i greci, tutti gli spagnoli, tutti i giovani senza futuro, tutti gli anziani senza più pensione, insomma a tutte le persone a cui la "crisi" ha tolto la dignità...
    Insomma possiamo dire che un colpo di stato senza esserlo attraverso la dittatura dei poteri forti che attraverso la crisi tendono a demolire le conquiste sociali, avere gente che vive al limite impedisce a queste ultime di vedere oltre l'orizzonte temporale dell oggi.
    Pensa a una massa di lavoratori sottomessi alle leggi di mercato in cui il padrone sa quello che buono e giusto per lui e buon o anche per la truppa: le crisi non nascono all'improvviso c'e sempre qualcosa di podromico alle stesse ( fare credere alla società che il consumo è bello che vivere a credito e rate ti fa ricco dalla mattina alla sera, che la bolla economica (vedi gli spagnoli) ti fa credere di essere la 5 potenza mondiale perchè il tuo pil è fondato su esso e non l'economia reale ecc....) nessuno si domanda mai che quando si fanno debiti per vivere al disopra delle proprie disponibilità c'e un prezzo da pagare, e comodo vivere una illusione magari vivere arrafando il piu possibile come tutto ti fosse dovuto e ti abitui che non ci sia mai un limite all idea una richezza senza fine ( chi non si ricorda nei tempi d'oro quando le banche ti finanziavano con 80% del valore di mutuo su una casa e molti facevano debiti progetti e oggi si ritrovano senza un lavoro x la crisi, e le banche si danno il 40% e gia tanto, sul mutuo) o dei politici che rubavano impunemente o creavano mangiatoie per i loro solidali aumentando e alimentando i debiti di stato creando consenso ( la Sicilia in questo senso docet) potrei fare molti altri esempi sul punto che pero porta solo ad una constatzione di fatto che molti popoli europei hanno vissuto cosi senza una programmazione economica agganciata ai fondamentali reali.
    Ora noi cittadini piangiamo come vitelli perchè la crisi ci tocca ora ma prima noi come collettività cosa abbiamo fatto per evitare il precipizio economico? nessuno è innocente sia che ci abbiamo creduto o che qualcuno c'e l'ha fatto credere solo che molti di noi potranno dirsi innocenti ma chi ha fatto il calcolo sulle necessità e il bisogno di benessere della collettività si e accorto che l'arma glie suffigita di mano ma non si preoccupa piu di tanto se sei ricco lo rimani anche con la crisi ma chi e diventato agiato fa fatica a tornare indietro.

  5. #15
    Scrivano Lucien
    Uomo 39 anni da Imperia
    Iscrizione: 10/10/2008
    Messaggi: 2,441
    Piaciuto: 655 volte

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    Sì, abbiamo allentato la guardia e la situazione c'è sfuggita di mano. Per come la vedo io è andata così:

    - Sul fronte interno, quello degli Stati europei e dell'Italia in particolare, non abbiamo combattuto con sufficiente vigore contro gli sprechi di denaro pubblico, anzi, noi abbiamo eletto un gruppo di persone dedite al clientelismo. Con ciò, non abbiamo diminuito il debito pubblico, ma l'abbiamo accresciuto.

    - Sul fronte esterno, il neoliberismo ha dato completa libertà d'azione alla finanza che è diventata sempre più autoreferenziale e svincolata dall'economia produttiva, quella del lavoro, industrie, impresa: oggi chi fa girare il denaro e chi crea il lavoro non sono più la stessa realtà. La finanza è dunque diventata una realtà molto più potente degli Stati, e per di più una realtà che tende a investire i capitali al suo interno più che a farli fruttare in attività che creino lavoro.

    - A mano a mano la finanza ha dunque sottratto sempre più capitale dall'economia produttiva, diventando sempre più influente; quando la crisi si è dichiarata, gli Stati più fragili si son trovati a dover ottenere prestiti (per via dei loro bilanci disastrati da decenni di magna-magna) alle condizioni imposte dalla finanza, che sono artificiali e manipolate. Da ciò deriva l'inasprimento innaturale delle misure che giustamente bisogna prendere per riportare i bilanci in pareggio.
    Gli speculatori vogliono interessi più alti possibile per i loro investimenti, dunque lasciano alzare apposta i tassi d'interesse sui prestiti chiesti dagli Stati, anche se in realtà questi sono solidi e non dovrebbero pagare tanto. Con ciò ne consegue che bisogna chiedere sacrifici eccessivi ai contribuenti ed ai cittadini sotto forma di tasse e tagli ai servizi, cosa che fa diminuire ancora la produttività ed aggrava la recessione.
    Siamo entrati in pratica in un meccanismo in cui la speculazione drena il capitale dall'economia produttiva. Lavoriamo più a lungo, paghiamo più tasse, abbiamo meno servizi e meno lavoro per pagare gli interessi gonfiati ad arte dalla speculazione.

  6. #16
    Assuefatto da FdT MrLordDark98
    Uomo 25 anni
    Iscrizione: 22/8/2012
    Messaggi: 537
    Piaciuto: 25 volte

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    parecchi dicono che la crisi non esiste,perchè ci sono persone che ancora campano,e con molti soldi.

  7. #17
    FdT quasi assuefatto Gufomisantruss
    Iscrizione: 22/6/2011
    Messaggi: 356
    Piaciuto: 64 volte

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    Citazione di Renato Scuffietti:
    "rilancio una mia vecchia idea : consegniamo il governo e la nostre finanze ai tedeschi o agli austriaci, noi pensiamo a fare bei vestiti, belle macchine, buona cucina, a cantare nelle opere, pensare alle loro vacanze e a tenere compagnia alle loro mogli ."

  8. #18
    Matricola FdT fogart
    Uomo 29 anni
    Iscrizione: 4/2/2014
    Messaggi: 6
    Piaciuto: 0 volte

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    Quote Originariamente inviata da napevril Visualizza il messaggio
    La vera crisi è nei valori.
    Secondo me dipende dal contesto in cui si vive. La cosa che deve far riflettere è il fatto che con la crisi i ricchi diventano sempre più ricchi. E' chiaro che è compito dei governi redistribuire la ricchezza. Questo non significa espropriare i ricchi delle loro ricchezze, ma fare in modo che paghino le tasse e non facciano i furbetti, come ad esempio trasferendo le loro ricchezze in posti dove le tasse sono molto basse. Mentre il cittadino comune è costretto a pagare tasse sempre piu alte.

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