Thilo Sarrazin e la sinistra tedesca che si batte contro l'islamizzazione
La Germania si autodistrugge. Non si tratta del grido di allarme di un apocalittico del nostro tempo, ma la conclusione di un (sino ad ora) autorevole consigliere della Bundesbank tedesca. Thilo Sarrazin, sessantacinque anni, già ministro delle Finanze ed iscritto (ancora non si sa per quanto) al partito socialdemocratico tedesco (SPD) ha, infatti, deciso di dare questo titolo al libro che da alcuni giorni ha infiammato la discussione in Germania per le sue feroci critiche contro l’Islam e gli immigrati.
Le tesi di Sarrazin sono facilmente riassumibili: l’immigrazione islamica in Germania deve essere bloccata, non solo perchè dal punto di vista economico non abbiamo bisogno degli immigrati musulmani, ma anche perché la società tedesca, in virtù di una presunta genetica minorità mentale dei musulmani, diventa sempre più stupida. Secondo Sarrazin, poi, l’Islam favorisce la violenza, la dittatura ed il terrorismo. Gli immigrati arabi e turchi non si istruiscono e rendono la Germania ottusa.
Sarrazin è anche convinto che considerati i tassi di natalità della popolazione musulmana essa possa crescere a trentacinque milioni entro il 2100, mentre i "tedeschi" scenderanno a venti milioni. I disoccupati stranieri sono quasi il doppio dei residenti ed un terzo è stabilmente senza lavoro. Quasi l’ottanta per cento degli stranieri disoccupati non ha mai concluso alcun tipo di formazione ed un quinto di essi approfitta del generoso stato sociale tedesco più di quanto contribuisca alla prosperità generale. L’autore non vuole trovarsi nella situazione in cui le generazioni future vivranno in un paese musulmano, dove si parla l’arabo o il turco, con donne con il velo e con i ritmi della giornata scanditi dai muezzin. Queste ed altre provocatorie tesi, sono, secondo Sarrazin, le idee necessarie per salvare la Germania da una sorta di autodistruzione.
E’ facile immaginare come sia stato accolto un libro con simili argomenti. Tutta la classe politica l’ha condannato. La Cancelliera addirittura il giorno prima dell’uscita del libro. Il consiglio della Bundesbank ha richiesto all’unanimità le dimissioni del consigliere Sarrazin – fatto che non ha precedenti nella storia della Germania considerato che la Bundesbank ha sempre voluto rimarcare la propria indipendenza dalle polemiche politiche. Anche la sua annunciata entrata in politica sembra ormai definitivamente tramontata. Del resto, per quanto Sarrazin sia sempre stato una persona che ha fatto discutere i tedeschi per le sue idee mai scontate, ciò che più sorprende di tutta questa storia è che l’economista sia iscritto alla SPD. Sigmar Gabriel, il leader dei socialdemocratici tedeschi ha subito annunciato che Sarrazin verrà espulso dal partito per le sue idee lontane dagli ideali della SPD. Di contro, Thilo Sarrazin, ha affermato di non vergognarsi assolutamente delle sue idee e che le considera socialdemocratiche.
C’è anche chi, come il segretario generale del Consiglio Centrale Ebraico in Germania, ha provocatoriamente consigliato a Sarrazin di iscriversi all’estrema destra tedesca, l’NPD. Anche il giornale conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung, con una delle sue firme più influenti ed autorevoli, Frank Schirrmacher, ha criticato il libro sostenendo, in senso naturalmente dispregiativo, che il libro di Sarrazin si basa su una popolare e darwinistica teoria della società. L’altro giornale conservatore tedesco, il Die Welt, è stato, forse, un po’ più tenero ed ha sottolineato come le opinioni espresse nel libro dall’autore siano in realtà in gran parte condivise da numerosi tedeschi. Secondo un sondaggio del Die Welt Sarrazin non deve uscire dall’SPD. Un noto commentatore tedesco ha, poi, dichiarato alla principale radio nazionale che se Sarrazin fondasse un partito raggiungerebbe senza problemi il dieci per cento. Questo naturalmente non avverrà mai ed, al momento, alcune presentazioni del libro sono state annullate per motivi di sicurezza. Questo naturalmente pone due problemi molto complessi: se un autore sia di fatto libero di scrivere ciò che vuole – in fondo Sarrazin ha semplicemente espresso le sue opinioni – e se il processo di integrazione ed inserimento degli immigrati nella società tedesca abbia fallito o debba essere almeno ripensato. La discussione è aperta e scommettiamo che durerà molto a lungo. Infine, possiamo dire che, seppur controverso e discutibile, il libro è, e continuerà ad essere, successo.
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