tensioni nel corso della discussione sul ddl Meloni sulle comunità giovanili
Rissa alla Camera tra il Pdl e Barbato
Pugno al dipietrista: in ospedale
Insulti e spintoni. Il dipietrista: «Colpito alle spalle». La Saltamartini (Pdl): «Mi ha dato della camorrista»
tensioni nel corso della discussione sul ddl Meloni sulle comunità giovanili
Rissa alla Camera tra il Pdl e Barbato
Pugno al dipietrista: in ospedale
Insulti e spintoni. Il dipietrista: «Colpito alle spalle». La Saltamartini (Pdl): «Mi ha dato della camorrista»
ROMA - Seduta sospesa nell'aula della Camera per la rissa scoppiata tra Franco Barbato dell'Idv e alcuni deputati del Pdl. Il dipietrista sarebbe stato colpito da un pugno al volto. Più tardi, Barbato ha avuto un malore e c'è chi parla addirittura di uno svenimento. Accompagnato dal capogruppo Idv Massimo Donadi in infermeria a Montecitorio, il medico gli ha consigliato di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti.
LA RICOSTRUZIONE - La bagarre è scoppiata nel corso della discussione sul ddl Meloni sulle comunità giovanili. Dopo la richiesta di rinvio del testo in commissione da parte del Pdl, con l'accordo di tutti i gruppi e dello stesso ministro della Gioventù, Francesco Barbato (Idv) ha innescato la miccia. Il deputato Idv ha accusato Meloni di «essere vecchia perché ricorre a una logica di vecchia politica che fa rabbrividire anche Pomicino e Mastella». E il motivo, ha proseguito Barbato, «è che Meloni, con questo ddl, vuole finanziare la sua corrente, quella di Alemanno e del suo assessore regionale Lollobrigida che gestirà questi finanziamenti» per le comunità giovanili. A quel punto contro il deputato, a quanto riferito da diversi testimoni, si è scagliata Barbara Saltamartini del Pdl insieme con altri colleghi. Subito sono scattati i commessi a tentare di separare i contendenti, ma c'è stata molta confusione e Barbato ha avuto la peggio. «È stato colpito da un pugno al volto», ha poi riferito il capogruppo dell'Idv Massimo Donadi. «Di quanto è successo in aula sono prova i segni visibili intorno all'occhio e le ferite sul volto di Barbato».
«IO COLPITO ALLE SPALLE» - «Sono al Gemelli, aspetto di fare la tac» ha spiegato successivamente il dipietrista colpito al volto. «Mi fa male l'occhio destro e la zona circostante», ha aggiunto il deputato prima di sottoporsi al controllo medico. Quanto al "colpevole", Barbato non ha saputo aggiungere dettagli: «Sono stato colpito alle spalle, non so chi sia stato perché davanti a me c'erano parlamentari che mi aggredivano e gli assistenti d'Aula che provavano a bloccarli. Nessuno però ha fatto in tempo a fermare chi mi ha dato il pugno». Ora, i dipietristi chiedono che il presidente della Camera Gianfranco Fini acquisisca e renda pubblici i video dell'accaduto, «provvedendo con opportuna e adeguata severità a sanzionare tali inconcepibili comportamenti».
«MI HA DATO DELLA CAMORRISTA» - La deputata Pdl Saltamartini, d'altra parte, fornisce la sua versione dei fatti, spiegando che Barbato le ha dato della «camorrista, ladra e mafiosa» invitandola anche a non sedersi in Parlamento per dedicarsi a «coccolare il presidente Berlusconi». «In riferimento alla bagarre avvenuta questa mattina alla Camera durante la discussione sul ddl sulle comunità giovanili - ha scritto la Saltamartini in una nota - ritengo opportuno precisare» che «nel corso del dibattito l'on. Barbato ha affermato che il provvedimento in esame era stato voluto non per sostenere i giovani ma per finanziare la corrente del ministro Meloni, di Alemanno e dell'assessore Lollobrigida che avrebbero gestito questi fondi. A quel punto, mi sono avvicinata a Barbato per dirgli di smetterla con queste inaudite e inaccettabili provocazioni». «L'esponente dell'Idv, quindi - prosegue il racconto della Saltamartini - con ira si è rivolto verso di me, chiamandomi camorrista, ladra e mafiosa, figlia di una vecchia politica che fa rabbrividire Pomicino e Mastella. Ha poi aggiunto che non sono degna di sedere nel Parlamento poiché, riporto testualmente, mi devo occupare di coccolare il presidente Berlusconi. Di fronte ad offese così triviali, per di più rivolte ad una donna e con chiare allusioni sessuali, alcuni colleghi e colleghe del Pdl si sono avvicinati per difendermi. Ne è nata una bagarre tra i deputati dell'Idv che mi spintonavano e continuavano a gridare insulti, i commessi intervenuti per riportare l'ordine e i colleghi che erano accorsi per cercare di portarmi via dalla mischia».
LE REAZIONI - «Non intendo dare la parola a nessuno che intenda intervenire su quanto accaduto. Che è molto grave - ha dichiarato la presidente di turno Rosy Bindi, riaprendo la seduta. -Rinvio ogni considerazione a una riunione di presidenza e alla capigruppo». Fabrizio Cicchitto si è scusato in aula per la reazione di alcuni deputati del Pdl. «Chiedo scusa per alcuni colleghi che hanno reagito in aula», ha detto il capogruppo. «Lo faccio in primo luogo perché in tutta la mia storia respingo la violenza», ha spiegato, «e in secondo luogo perché alle provocazioni di Barbato si risponde con intelligenza politica». Quanto a Barbato, ha aggiunto, «ritengo indegno il suo modo di fare politica».
«FARE CHIAREZZA» - « Erano una ventina i deputati, tutti Pdl e direi ex An, che si sono mossi contro Barbato - è la ricostruzione di Donadi. - Abbiamo anche identificato chi lo ha colpito al naso, ma non diciamo il nome». Adesso, prosegue, «abbiamo chiesto al Presidente di fare quanto prima chiarezza», per capire, anche grazie alle riprese dei lavori d'aula, chi siano stati i responsabili. Della questione dovrà occuparsi l’Ufficio di presidenza, che in ogni caso non potrà riunirsi subito per l'assenza del Presidente Fini impegnato a Ravenna. «È successa una cosa inaudita - ribadisce Donadi - perché da parte di Barbato ci sono state delle critiche politiche, anche aspre, alle quali bisognava rispondere con altre critiche, non con la violenza. Invece c'è stata un'aggressione di massa squadrista».
MUSSOLINI - Nella bagarre scoppiata alla Camera, è finita nel mirino anche Alessandra Mussolini. È lei stessa a raccontare che, dopo il rinvio in commissione del provvedimento del ministro della Gioventù, «i deputati del Pdl, Marsilio e Rampelli, due che fanno capo a Meloni, mi sono venuti incontro in aula e mi hanno detto di 'stare attenta'. Mi hanno insultato e minacciata. Hanno detto che la colpa del rinvio è mia e di Barbato che poveraccio è finito in ospedale solo perché ha detto la verità». Una verità, aggiunge, «che io stessa ho sostenuto sia in aula sia in commissione, perché mancano i fondi per i minori mentre si danno finanziamenti ai finti-giovani di 30 anni. Così si buttano via milioni quando ne basterebbero molto meno». Mussolini si chiede perché Marsilio e Rampelli abbiano avuto quella reazioni contro di lei. «Forse - riflette - perché hanno la coda di paglia? Se così non fosse non avrebbero reagito a quel modo. La realtà è che regaliamo milioni di euro alla Meloni che guida un ministero senza portafoglio e non si sa per quale motivo». La deputata Pdl spiega infine di «aver raccontato tutto a Gianfranco Fini» e di aspettarsi che «si prendano delle misure anche nei confronti di chi l'ha minacciata».
http://www.corriere.it/politica/10_l...4f02aabe.shtml