La combinazione, già sulla carta, è esplosiva: Sabina Guzzanti più Silvio Berlusconi più terremoto in Abruzzo più scandalo Protezione civile. Una miscela di elementi da cui scaturisce un docufilm incendiario, come suggerisce il titolo: Draquila - L'italia che trema.
La pellicola sbarcherà nei cinema italiani il 7 maggio, con distribuzione Bim. Segna il ritorno alla regia della Guzzanti, cinque anni dopo il successo di Viva Zapatero! e a tre dalla sua precedente fatica, Le ragioni dell'aragosta. E dimostra la volontà dell'autrice di raccontare il nostro Paese nel modo in cui Michael Moore - che è anche un suo amico personale - racconta il suo. Una somiglianza evidente anche nello stile, che mescola satira a presa diretta, soggettività di chi gira e testimonianze.
Tutti elementi che si ritrovano già nei due minuti e 13 secondi di trailer, che Sabina ha messo online ieri. E da cui si intuisce che il Draquila, ovvero il vampiro dell'Aquila citato nel titolo, è lui, il premier. Era appena arrivata la primavera del 2009, dice all'inizio del minifilmato promozionale la voce fuori campo della regista, e per Berlusconi "era una giornata di m.... come tante altre": "la magistratura continuava a stargli alle calcagna", nei sondaggi era "in caduta libera"... Ma ecco che, alle 3.32 del 6 aprile, un terremoto devasta una città. E per il Cavaliere, prosegue la Guzzanti, "è come se Dio gli avesse teso ancora una volta la mano".
La tesi, insomma, è chiara: il sisma dell'Aquila è stata un'occasione ghiotta, per il capo del governo, per risalire la china della popolarità. Per mostrarsi come "l'uomo del fare", anche quando va a L'Aquila e scherza promettendo che la prossima volta porterà le veline (come vediamo nel trailer). Ma il terremoto si rivela un affare anche per i suoi amici, e gli amici degli amici: il filmato alterna le immagini delle macerie e del dolore con le citazioni dello strapotere della Protezione civile di Guido Bertolaso. Che trasforma ogni evento in grande evento, ogni grande evento in emergenza, ogni emergenza in un agire in deroga alle leggi. Non a caso, i due minuti di assaggio del docufilm si concludono con l'ormai sciaguratamente celebre intercettazione dei due imprenditori che esprimono tutta la loro contentezza al pensiero dei grandi affari che il terremoto avrebbe loro portato: "Io ridevo stamattina alle tre e mezza dentro al letto"...
Ma, al di là dei contenuti, nei suoi interventi sul suo blog e sul sito del film la Guzzanti tiene a sottolineare anche l'innovazione del metodo usato: Draquila è stato una sorta di work in progress a cui la community web ha partecipato attivamente. A partire dal titolo, che è stato deciso via internet. In questo modo, spiega la comica-regista, "la settima arte si arricchisce di una dimensione nuova. E' il cinema a 4D: dove D sta per democrazia".
Quanto al perché dell'opera, la sua autrice dice di volersi opporre alla volontà di rimozione generalizzata che si respira in quest'epoca: "Questo paese vive di silenzi: dimenticare per risolvere, come codardi. Cancellare gli errori del passato, con una semplice formattazione della memoria". Un processo che a lei non va giù: "Noi siamo per la conoscenza e non per il condono dell'intelligenza".