La mente musicale, la capacità cioè di vivere consapevolmente determinate esperienze che hanno come oggetto la realtà sonoro - musicale, si forma secondo Sloboda attraverso i due processi dell’acculturazione e dell’educazione intenzionale. In particolare, mentre la prima fase è vissuta più o meno intensamente da tutti gli esseri umani, la seconda può o meno seguire la prima. Della prima fase, l’acculturazione musicale, legata all’interazione tra le capacità già presenti alla nascita, l’esperienza indotta dall’ambiente e l’evoluzione psicomotoria generale dell’individuo, che può essere ricondotta quindi a due principali elementi (basi genetiche e ambiente), abbiamo già trattato nei paragrafi precedenti e ne riparleremo in quelli inerenti lo sviluppo dell’intelligenza musicale attraverso i vari stadi attraverso cui si struttura.
L’istruzione o per meglio dire, l’educazione musicale individua invece quegli interventi didattici mirati allo sviluppo di specifiche abilità musicali attraverso l’elaborazione di strategie adeguate alle potenzialità degli allievi. L’educazione implica che il soggetto educando compia uno sforzo consapevole con lo scopo di raggiungere obiettivi più elevati, con l’ausilio di mezzi fornitigli o procurati dal soggetto stesso. Alla ricerca e allo sfruttamento di tali mezzi provvedono le strutture cognitive, che se ben sviluppate ed integrate permettono al soggetto il migliore raggiungimento degli obiettivi preposti. Sloboda, in particolare, per quanto concerne l’acquisizione e lo sfruttamento di determinate abilità per l’esecuzione musicale utilizza la proposta teorica di Anderson: la teoria del Sistema di produzione, che fra l’altro permette la costruzione di macchine che operano sulla base dei postulati della teoria. “Gli elementi fondamentali del Sistema di Produzione sono estremamente semplici e precisi, ma, ponendo insieme molti di questi elementi, con poche regole semplici che ne determinano le modalità d’interazione, possono essere ottenuti anche dei comportamenti di una certa complessità.” Tale sistema presenta degli aspetti simili a quelli dei processi mentali. Presupposti alla formulazione della teoria summenzionata sono i concetti di abitudine, che presuppone lo svolgimento di determinate operazioni automaticamente, con scarsa implicazione dell’attività mentale nonostante nelle prime esperienze tale attività abbia avuto un carattere intenzionale per l’acquisizione di determinate scelte operative, ed il concetto in base al quale l’apprendimento implica il passaggio dal sapere cosa al sapere come.
E’ lo scopo, la cosiddetta motivazione, che sottesa ad ogni azione consente di conseguire degli apprendimenti. Da non trascurare sono comunque i ruoli della ripetizione e del feedback (rinforzo). Non solo la reiterazione ma anche le capacità di auto correzione di determinate azioni portano al successo in determinati compiti. Il processo di acquisizione delle abilità si snoda attraverso tre fasi: una prima fase cognitiva che implica una codificazione iniziale dell’abilità da conseguire, una successiva fase associativa in cui si ha un graduale appianamento degli errori nella comprensione iniziale dell’esecuzione e una fase finale autonoma in cui si attua un miglioramento continuo e graduale del compito richiesto.
Le tre fasi di cui sopra sono frammentate in molteplici items di semplice strutturazione e privi di rumore per permetterne un’immediata decodificazione da parte delle strutture cognitive interessate. È opportuno segnalarne la tassonomica propedeuticità per giungere agli obiettivi prefissati. È da osservare che la quantità e la complessità delle informazioni analizzabili da parte del soggetto, cresce proporzionalmente al livello iniziale di partenza in cui versa lo stesso soggetto. Le regole sottese agli items costituenti l’algoritmo del compito assegnato, determinano una gerarchia di scopi e sottoscopi. Un aspetto cruciale di un Sistema di Produzione è dato dall’importanza che riveste un qualche mezzo per ricordare gli scopi di ordine superiore, quando vengono eseguiti i sottoscopi. La capacità di trattenere in memoria degli scopi non è limitata e spesso all’inizio di un apprendimento si verifica comunque che l’insieme degli scopi sia sovraccarico ed alcuni scopi superiori si perdano.
Le regole che risiedono in un Sistema di Produzione operano in modo del tutto automatico quando si presentano determinate condizioni, prelevando le informazioni necessarie dalla memoria di servizio. Ma non bisogna assimilare le regole di produzione con i legami stimolo – risposta della tradizione comportamentistica, poiché esse sono molto più sofisticate e versatili. L’interrogativo circa l’origine e la provenienza di queste regole di produzione porta ad una considerazione del fatto che l’uomo nasce con una dotazione di queste regole che gli consentono di rispondere istintivamente a certi stati di cose.
Al momento, sembra non vi siano altre cornici teoriche disponibili, che consentano delle formalizzazioni così dettagliate dei processi cognitivi.
Ma non bisogna trascurare il fattore allievo, che più di ogni altro determina il progresso in ogni segmento di apprendimento, le procedure di cui dispone e soprattutto le motivazioni che lo spingono verso lo scopo desiderato. E non bisogna trascurare in ultimo la persona dell’insegnante che , se capace di fornire gli opportuni messaggi di feedback ai suoi allievi, potrà ottenere da questi maggiori motivazioni all’apprendimento tramite elaborazioni di regole di produzione sempre più fini.
Fonte:
La mente musicale