MI fa sempre venire i brividi penso sia stato il più grande disastro mai visto.77 morti!
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......anch’egli ai suoi freni, per evitare di centrarlo in pieno. Ma il potere frenante della Jaguar era infinitamente più potente della Austin, e Macklin, sempre in quel brevissimo spazio di secondi, si rese conto che frenare non bastava: gli sarebbe arrivato dentro comunque. Sperò che Hawthorn si rendesse conto di come lo avesse stretto e rilasciasse i freni, ma la distanza tra la sua macchina e quella davanti stava diminuendo vertiginosamente. In un tentativo disperato, spostò la macchina sulla sinistra. Toccare il volante a quella velocità e in frenata causò uno slittamento che lo portò a perdere completamente il controllo. Si trovava davanti alle tribune in mezzo al circuito, con una vettura impazzita, con ancora abbastanza spazio sulla sinistra per essere superato. Ma nello stesso istante sentì un colpo indescrivibile da dietro, la sua macchina compì un folle testa-coda per poi sbattere contro gli stand, falciando un giornalista e un gendarme, ed essere rilanciata con violenza dall'altra parte, a fracassarsi definitivamente contro il muro delle tribune. Nel momento dell'urto, aveva ancora avuto la possibilità di vedere con la coda dell'occhio un'ombra argentea passargli sopra la testa, e un'altra ombra argentea che gli filava accanto, sulla destra.

Quando scese, scioccato, dalla sua vettura distrutta, non sapeva chiaro cosa fosse successo. Non aveva capito che Levegh, al volante di quella tremenda, per lui, 300 SLR, trovandosi di fronte la sua macchina l'aveva colpita in pieno, ad una tale velocità da decollare, superarla per aria, schiantarsi sul pilone del tunnel pedonale a lato delle tribune, e disintegrarsi con due esplosioni al di sopra di una folla di centinaia di persone. E questo mentre Fangio, con millimetrica precisione, riusciva a trovare un varco tra la macchina di Hawthorn, ferma al box della Cunningham (tre box più in la' del proprio), e quella di Macklin.



Dove prima c'era un folla di persone in piedi, ora si vedevano soltanto persone abbattute a terra, o inginocchiate vicino a porgere un primo disperato soccorso. Parecchi testimoni furono concordi nel descrivere la scena come se fosse scoppiata una bomba. Decine e decine di corpi falciati, nello spazio di un attimo, fatti letteralmente a pezzi. Il prato aveva cambiato colore, ed era disseminato d'ogni sorta d'orrori. Quello che era stato un urlo unisono, si spense in un silenzio profondissimo che durò qualche secondo. Quindi iniziò la solita frenetica confusione di tutte le catastrofi: parenti e amici che premevano per arrivare alla zona, nella speranza folle di scorgere i propri cari sopravvissuti; ambulanze, dottori improvvisati, forze di polizia, giornalisti, infermieri, uomini dell'organizzazione. E in mezzo al disumano dolore, alcuni meccanici della Mercedes che, con assoluta rapidità, nel giro di dieci minuti dall'incidente avevano raccolto e portato via tutti i pezzi della macchina di Levegh....




La storia completa :
http://www.museoauto.it/mambo/index....=113&Itemid=65