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Un mio racconto: gli eroi di Feraville

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    FdT svezzato
    Uomo 46 anni da Trapani
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    Predefinito Un mio racconto: gli eroi di Feraville

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    Gli eroi di Feraville.
    Ad un tratto la statua della Dea Fera, non c'era più nella piazza del villaggio di Feraville. Scomparsa. Se ne era accorto lo spazzino Tom, mentre con la scopa tentava di ripulire la strada dai coriandoli, lanciati dalla gente la sera prima, in occasione della festa della Dea. Così il gran mago e sacerdote della città, il vecchio Bill, mandò Tom a trovare Ofelia. Ofelia era vecchia quanto gli Dei, così raccontavano le leggende, e viveva in cima al monte Gur. Secondo Bill era l'unica che poteva saperne qualcosa di questa faccenda, perchè lei era l'unica a conoscere il segreto degli Dei. Così Tom, chiese aiuto allo scalatore e matto Peter. Peter era un ragazzo a cui piaceva l'avventura e anche fare cose molto pericolose, per questo era ritenuto da tutti matto. Ma, secondo Tom, era l'unico che poteva aiutarlo ad arrivare fini in cima al Gur, poiché Peter ormai si era fatto una vera esperienza nel scalare monti (si era però anche fatto una certa esperienza nel farsi male, cadendo da burroni e simili e più volte aveva rischiato la vita).
    Peter rispose all'amico:"Scalare il Gur? Uao! E' la montagna più alta del pianeta. Diversi sono morti nel tentare di scalarla. Andiamo, aspettavo giusto di avere al mio fianco un compagno di viaggio, prima di tentare tale impresa!"
    Tom non era molto felice all'idea di scalare il monte assieme al matto, ma senza la Dea il suo villaggio sarebbe caduto nella disperazione più totale(perché nessuno a Feraville faceva mai qualcosa senza prima aver pregato davanti alla statua)e poi il mago aveva incaricato proprio lui di questa missione, conferendogli onore davanti a tutto il villaggio, perciò non poteva tirarsi indietro.
    Mentre Tom pensava a tali cose, Peter si mise ad annusare tutto intorno. Tom:"Ma che stai facendo?" Peter:"Lo senti il profumo di avventura?" Tom diede un grosso calcio al suo amico.
    Peter prese un grosso piccone e lo mosse verso Tom, Tom si scansò e disse: "Ma che combini?"
    Peter: "Dobbiamo scalarla, no?" Infatti il piccone non era stato diretto verso Tom, ma verso il monte,che si trovava dietro,ed in cui si conficcò. "Ma potresti stare più attento!"
    Peter avanzava sulla parete rocciosa e dietro, che si teneva saldamente aggrappato alla fune(che a sua volta era strettamente legata al corpo di Peter), c'era Tom.
    Un grosso falco scese dalla vetta del monte e si posò sul viso di Tom. Peter non si accorse di nulla e si mise a parlasre:"Lo sai che il pericolo più grosso di queste montagne sono i falchi mangiaocchi, si aggrappano al viso e con le loro zampine staccano i bulbi oculari!"
    Tom:"E adesso me lo dici? Aiuto!" Peter si voltò verso il suo amico e si accorse del pericolo. Allora il matto, senza lasciare la presa sul piccone conficcato nella roccia, con l'altra mano prese un grosso machete che era legato alla sua cintura e lo scaraventò contro l'aquila, che colpita mortalmente lasciò il viso del povero Tom. Poi Peter disse: "Lo sai, dovevi stare attento quanto ho lanciato il machete, ti ho ferito il viso, ma avrei potuto anche tagliarti la testa!" Tom rispose:"Bastardo!"
    "Ma se ti ho salvato gli occhi, dovresti almeno essermi grato!"
    "Su dai Matto, andiamo avanti che è meglio!"
    I due finalmente arrivarono sani e salvi alla vetta della montagna e Tom baciò il suolo, mentre Peter piazzava una strana bandiera con il suo nome scritto sopra.
    Sulla vetta c'era una vecchia baracca, era la baracca di Ofelia. Tom bussò alla porta e si sentì una voce:"Chi e?"
    "Mi manda Bill, il mago e sacerdote di Fera!"
    Una bellissima giovane aprì la porta. "E tu chi sei?"
    "Che domande! Sono Ofelia, veramente dovrei essere io a domandare a te chi sei!"
    "Sono Tom, lo spazzino di Feraville e questo matto è il Matto, cioè no, volevo dire, si chiama Peter."
    "Buongiorno sono Peter, ha mai provato a gettarsi da quel burrone? Dovrebbe essere eccitante!"
    Tom: "Non ci faccia caso, piuttosto lei dovrebbe avere migliaia d'anni, così dice la leggenda!"
    Ofelia:"Infatti migliaia d'anni di questo pianeta, non anni terrestri."
    Tom:"Terrestri? Cosa significa anni terrestri?"
    "Io non sono di questo strano pianeta, così ancora parecchio arretrato. Come credi che abbia fatto ad arrivare fin quassù?"
    Tom:"Si è fatta accompagnare da Peter?" Indicando il suo amico che nel frattempo stava ammirando il villaggio visto dal monte.
    "Con quello? Fossi scema! No guarda qui!"
    Dietro la baracca Tom vide dei strani rottami, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. "E' un'astronave, con questa sono venuta dal pianeta chiamato terra, 20 anni fa."
    Tom:"Esistono altri pianeti abitati?"
    Ofelia."Si."
    "Ed esistono altri come Peter? No, non mi rispondere ti prego!"
    "Cosa voleva il vostro sacerdote da me?"
    "Ehm..La statua della dea è sparita!"
    "Finalmente, erano anni che aspettavo questo momento, anzi migliaia d'anni!"
    "Aspettavi questo momento?"
    "Certo se una tua amica è congelata da anni, non aspetteresti che si scongeli?"
    "Credevo che più matti di Peter fosse difficile trovarne!"
    "Vedi, per viaggiare a distanze così lunghe, ci sottoponiamo a delle apparecchiature che rallentano i nostri flussi vitali. Poiché ci siamo scontrati contro un meteorite, la nostra astronave si è danneggiata ed è per questo che ci siamo schiantati sul vostro pianeta. Io sono stata fortunata perchè, a causa di un guasto nelle apparecchiature, mi sono "svegliata" prima del tempo previsto. Ma i miei amici poiché non stati "svegliati" dalle apparecchiature, sono rimasii in quello stato e ci vuole un pò di tempo perché si "sveglino" completamente."
    "Non ci ho capito nulla, ma insomma si può riavere la nostra Dea indietro?"
    "Prima la vorrei indietro io, se permetti."
    Ofelia fa entrare Tom nella baracca e accende uno strano apparecchio. Ofelia:"Questo si chiama trasmettitore radio."
    "E ci fa riavere la nostra dea indietro?"
    "La farà tornare a me. Vedi ognuno di noi ha impiantato nel nostro orecchio un ricevitore. Prima non era in grado di sentirmi, ma adesso..."
    E così la terrestre inizia a parlare dentro quello strano aggeggio:"Pronto? Mi senti? Jane, Kate, mi sentite?"
    e dall'apparecchio una voce risponde:"Sono Jane, mi sono svegliata in uno strano posto. Ma dove siamo?"
    "Siamo su un piccolo pianeta, molto arretrato, abitato da dei strani tipi molto ignoranti. Ormai siamo condannate in questo posto! Ti credono una dea!"
    "Mi credono una Dea? allora inizierò a comandare. Intanto voglio centinaia di servitori solo per me....."

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