La rosa rossa
CAPITOLO 1!!!


In una bella città della Polonia c'era una volta una ragazza di nome Serena. Aveva tutto quello k una ragazza della sua età (15 anni) poteva desiderare. Ma non era contenta, perchè le mancava il vero amore..così decise di fare un anno all'estero, esattamente in Germania.
Lei però non sapeva che un ragazzo, Alex, aveva preso l'abitudine di seguirla, così parti contenta.
Così Serena partì, piangendo perchè suoi amici le avevano fatto una sorpresa...erano venuti all'aereoporto per salutarla.
Mentre volava sopra la Germania, pensava k forse finalmente avrebbe trovato il suo principe azzurro....pensando questo, si addormentò. Quando si risvegliò si accorse ce erano atterrati a Monaco Di Baviera, ed era eccitatissima perchè aveva sempre sognato di andarci.
Scendendo dall'aereo, successe. Incrociò lo sguardo di Marian, un ragazzo biondo, alto con gli occhi azzurri. I suoi occhi erano così profondi che per un attimo Serena temette di perdercisi.
Mentre se ne andò a prendere la valigia, Marian continuava ad osservarla. Ma quando Serena si voltò Marian nn c'era più....
- Peccato! - penso fra sè e sè....avrebbe tanto voluto parlargli...


Prese la valigia e uscì dall'aereoporto. Si avviò verso la fermata dei taxi...Ma nn sapeva parlare tedesco! Per un secondo iniziò ad agitarsi, ma quando si accorse k Marian si stava avvicinando a lei, inizio a calmarsi.Marian si avvicinò a lei e le sorrise:
- Posso aiutarti? - glielo chiese con una voce dolce, e parlò lentamente, perchè intuiva k lei fosse straniera.
- Sì grazie.....dovrei andare all'università di musica....- Era troppo agitata, aveva paura di dire la cosa sbagliata
- Subito! Taxi, diese nette junge Dame moechte an der Musikhochschule fahren...- detto questo, si girò verso Serena e le tese una mano.
- Grazie mille...io sono polacca.. - mentre disse questo vide gli occhi di Marian spalancarsi dalla sorpresa
- sul serio? Anche io! allora lasciami farti vedere un po' la città... -
- D'accordo...a che ora ci troviamo? e dove? - iniziò a parlare polacco, tanto era sicura k lui capiva
- verso le sei ti va bene?
- d'accordo alle sei in Marienplatz.
- Perfetto ciao - Marian le diede un bacio sulla guancia e se ne andò.
Serena andò in albergo a prepararsi. Era agitata perchè non era mai andata ad un appuntamento...Si vestì e prese un taxi. Quando arrivò al Marienplatz erano le sei meno un quarto. "Sono stata troppo precipitosa"- pensò. "dovevo metterci di più". In quel momento arrivò Marian e a Serena parve che fossero solo loro due, da soli. Monaco le metteva addosso un allegria e una forza k nn avrebbe mai trovato in Polonia.
- Ciao Serena, andiamo a berci un caffè? -
- Certo, volentieri - Serena era già contenta k si era ricordato del suo nome...
- Allora, come mai sei a Monaco? Che cosa vuoi fare?- disse Marian dopo k ebbero ordinato.
- Voglio frequentare l'università di musica e diventare flautista. E tu? -
- Brava! è un bell'impegno! Io voglio diventare un avvocato..- in quel momento Marian si giró e vide una strana ombra...
- Cosa c'è? - chiese Sere preoccupata
- Ho visto un ombra di un ragazzo....-
- ma dai è solo suggestione...-
In quel momento...L'ombra sbucò fuori. Era Alex.
- Alex, ma che ci fai qui?- disse Serena. Infatti lo conosceva perce erano stati insieme ma si erano lasciati.
- Niente, passavo, mi piace viaggiare. Comunque io sn Alex, fidanzato di Serena - disse rivolto a Marian.
- Ex fidanzato. Ci siamo lasciati 3 anni fa.- Serena nn riuscì a guardare in faccia Marian. Stava andando tutto così bene, perchè Alex si intromette?
- Allora vi lascio. Visto k state così bene insieme.- Alex saluta e se ne va.
- Sere..come mai nn mi hai detto k stavate insieme?
- Perchè...nn lo sentivo più da anni...e volevo dimenticarlo..
- ... ok...scusami ma devo andare...è stata una bella serata..- Marian si alzò e abbrcciò Serena poi se ne andò.
Serena restò lì impalata. Non riusciva a credere a quello che era appena successo...
Quando alzò gli occhi, si accorse di non essere più a Monaco...E a un certo punto sentì un rumore...
DRIIIINN
Era la sveglia, era stato tutto solo un sogno..
Serena camminava barcollando...era molto stanca, la notte non era riuscita a dormire.. Ma mentre passeggiava...vide Marian! Le pareva un sogno, non poteva crederci...Ma era lui. E anche lui si era accorto di Serena così decise di avvicinarsi a lei:
- Ciao, ma ci conosciamo? Mi sei famigliare
- Sì...cioè....ti ho sognato...- riuscì a farfugliare Sere, in confusione.
- Ma dai! Anche io, magari abbiamo sognato la stessa cosa!
- io ho sognato che ci incontravamo all'aereoporto....
- ma si anche io! - a quel punto la fissò negli occhi e le sorrise....
- senti, ma suoni il flauto traverso? - Serena non riusciva ancora a credere a quell'incontro...
- si... potrei avere il tuo numero di telefono? - Marian era decisamente uno di quei ragazzi che vanno subito al punto.
- D'accordo...però mi chiami...ok? -
- Perfetto ci sentiamo allora - Marian si avvicinò a Serena e la abbracciò
- Ok...ciaoo - Serena si sentì felice come non lo era da anni..
CAPITOLO 2:

Serena tornò a casa cantando, si tolse le scarpe e ando a fare merenda. In cucina vide tutto sottosopra.. e non riusciva a capire cosa poteva essere successo..Ma ad un tratto...
- SORPRESA!!!!- i suoi amici le avevano fatto una sorpresa per il suo compleanno...
Sere era commossa, stava per saltare addosso al suo migliore amico...quando vide Marian.
- Ciao Serena, auguri!
- Marian cosa ci fai qui? - era diventata subito rossa...
- Ah sono venuto a portarti il mio regalo...
- Sarebbe?
- Questi. - tiró fuori una busta dalla sua maglia e la passò a Sere.
- Ma...è troppo bello come regalo, non posso accettare. - Erano due biglietti aerei per Monaco di Baviera.
- Devi, invece....Non ci saremo solo noi due ma tutti i tuoi amici.-
Serena era commossa. Non avrebbe mai pensaton di ricevere un regalo così bello.
CAPITOLO TERZO:

Dopo che tutti i festeggiati se ne erano andati, Serena pensò a quanto si era sentita felice dopo aver visto Marian...Non era mai stata così felice...Ma ancora non sapeva quello che sarebbe successo..
Verso le quattro del pomeriggio del giorno successivo, Sere accese il cellulare. C'erano cinque messaggi: uno di Marian, uno del suo migliore amico, uno delle sue amiche, e uno di un numero sconosciuto...Aprì l'ultimo messaggio: "Ciao sono Matteo, il migliore amico di Marian. Non so se ti ha detto tutto...Ma lo voglio fare io così nessuno ci resta male. Marian è fidanzato da un anno con Ginevra, una nostra compagna di classe. La ama sopra tutto e tutti, e anche lei lo ama. Perciò non intrometterti nella loro storia...tu per Marian sei solo un'amica...". Dopo aver letto queste parole, Serena, ancora incredula, decise di aprire il messaggio di Marian: "Ciao bellissima, devo parlarti di una cosa. Ci possiamo vedere oggi alle 17? Ti voglio un mondo di bene". Serena prese il cellulare e lo scagliò contro il muro. Poi si accasciò a terra e pianse. Pianse per Marian, per sè stessa. L'ultima cosa che vide prima di svenire fu la sua mano, insanguinata.
CAPITOLO QUARTO:

Quando Serena si svegliò, si accorse si non essere a casa. Era in ospedale.
Vide delle rose rosse accanto al comodino, e fantasticò su chi potesse averglieli portati. A un certo punto, si aprì la porta ed entrò Marian.
- Ciao Serena, come stai? Finalmente ti sei risvegliata. - Aveva un sorriso luminoso, e lei non voleva parlargli.
- Ciao. Sono stanca, vorrei dormire, puoi andartene?
- Ma..sono venuto a spiegarti come stanno le cose.
- Non voglio sapere. Potevi dirmelo tu. E potevi dirmelo subito.
- Aspetta...adesso te lo dico...
- No. Non voglio sapere, vattene.
Marian se ne andó e Serena incominciò a piangere.
Il giorno dopo Marian tornò, con il labbro insanguinato e un occhio nero. Si avvicinò a Serena e incominciò a spiegarle perchè non le aveva mai detto niente.
- Sere, io ti conosco di più di quanto tu conosci me...Ti ho sempre seguito e spiato, e mi sono informato da un mio amico che ti conosce. Questo perchè mi hai colpito, con la tua umiltà e con la tua tenerezza. è vero, sono insieme a questa ragazza da cinque mesi, ma lei mi ha tradito. E non la perdonerò mai. Io sono innamorato solo di te. - Detto questo baciò Serena su una guancia e se ne andò, senza sapere se lei avesse sentito.
CAPITOLO QUINTO:

Era febbraio, e nevicava. Marian si stava avviando verso casa, dopo una giornata molto pesante. Aveva preso 5 di matematica nella verifica, e 5 di tedesco. A un certo punto, notò una rosa rossa che giaceva per terra, rovinata. La prese e se la mise in tasca.
Nello stesso tempo Serena era appena uscita dall'ospedale. Non riusciva a smettere di pensare alla dichiarazione di Marian...era stata così bella..e così inaspettata. Mentre rifletteva teneva la testa bassa così non si accorse di aver sbattuto contro qualcuno.
- Mi scusi - disse e si accorse che si trattava della sua migliore amica, Francesca.
- Sere, non ci credo! Finalmente ti sento! Ma...sembri disperata!
- In effetti...- e le raccontò tutto quelllo che era successo, a partire dal sogno.
- Ma allora sei scema! Lui si è dichiarato e tu non gli hai risposto? Ma povero..ha fatto di tutto
per te: è venuto in Germania, ha dovuto rifare la 2 superiore, ha lasciato la sua famiglia in Polonia, ha dovuto imparare il tedesco....e tu lo scarichi? Io non ti capisco...riflettici bene...- detto questo se ne andò.
Sere rimase impalata, perchè sapeva che Fran aveva ragione.

CAPITOLO SESTO:

Sere stava camminando, e pensava a quello che le aveva detto Francesca. Sapeva che aveva ragione, solo che non poteva ammetterlo...Ad un certo punto si volse e vide Marian, seduto con la testa fra le mani, che piangeva.
- Cosa ti succede? - gli disse preoccupata.
- Niente...non è niente....-
- su raccontami....-
- ok..mia mamma è alcolizzata, mio papà la picchia tutti i santi giorni e io dovrei essere da loro. E invece sono qui e tu che fai? Mi rifiuti. Adesso basta. Mi sono stufato. Me ne vado. - e con queste parole, Marian prese un taxi diretto all'areoporto.
Serena crollò.
CAPITOLO SETTIMO:
Marian atterrò a Varsavia. Prese il primo trento per Opole, e mentre il treno sfrecciava lungo i binari, lui ripensava al suo passato. Si sentiva male a pensare alla sua vita, così diversa da quella di tutti i suoi amici.
Lui era nato a Opole, una piccola città della Polonia. Aveva una sorella minore e un fratello maggiore, Malina e Miroslaw. Si volevano bene, non litigavano quasi mai, e giocavano sempre insieme. I genitori erano molto orgogliosi dei loro figli, anche perchè andavano molto bene a scuola. Ma un brutto giorno, quando Marian compiva 11 anni, suo papà tornò a casa ubriaco. Quel giorno fu l'inizio della fine della loro pace famigliare. Quando suo papà tornava a casa ubriaco, picchiava la madre e tentava di picchiare anche Marian e Malina, ma Miroslaw li difendeva. Ad un tratto la madre incominciò a bere. Anche lei cadde nel cerchio, e non sarebbe più riuscita a smettere. Marian decise di aiutare la madre, e il pomeriggio dopo scuola, invece di fare i compiti, si mise a fare i lavori di casa. Smise di uscire con gli amici e di giocare a pallone, di divertirsi.....insomma rinunciò a tutto. Per la sua famiglia.
Un anno dopo...successe una cosa terribile. Marian era a scuola, quando vennero ad avvisarlo che la madre era morta. Lui appena sentì la notizia svenne. Ancora adesso, mentre ci pensava, non riusciva a crederci.
Da allora tutto cambiò in peggio. Il padre rincasava tardi la sera ubriaco, portandosi qualche donna, Marian allora urlava, il padre lo picchiava...La sua unica consolazione restava Malina. Miroslaw se ne era andato di caa subito dopo la morte della madre, e aveva lasciato i due fratelli minori da soli. Marian pensò che bisognava fare qualcosa: scappò di casa con Malina, che dovette lasciare a una famiglia loro amica, e se ne andò in Germania. Si trovò un lavoro e incominciò tutta la storia di Serena.
Dopo aver finito la sua storia, Marian si addormentò, con le lacrime che gli rigavano le guance.
CAPITOLO OTTAVO:

Marian si svegliò. Vide che il treno era arrivato a Opole, nella sua città natale. Tremava al pensiero di suo padre che avrebbe rivisto. Prese le valigie e scese dal treno, uscì dalla stazione e si incamminò per una lunga via alberata.
Prese alcune stradine e arrivò davanti a casa sua. Bussò alla porta.
- Sì arrivo - era una voce di donna...Marian avrebbe voluto tornarsene indietro.
- Ciao, chi sei? - la donna era incuriosita da quel bel ragazzo
- Sono Marian Kloze. Il figlio di Josepz.
- Ma....oddio....Josepz - gridò la donna. Il padre arrivò correndo.
- Marian....cosa ci fai qui?? Finalmente...sei tornato per sempre! - Il padre lo abbracciò stretto, come se avesse paura a lasciarlo andare.
- Papà...ci vuoi presentare? - Marian non era abituato alle coccole.
- Oh...sì...scusatemi....Marian lei è Jenny. Jenny, lui è mio figlio Marian.
- Piacere....
- Molto piacere tuo padre ha parlato tanto di te.
- Oh....non me lo sarei aspettato...
- Dai entra metti a posto le tue cose in camera
- d'accordo. - salì in camera sua. E vide che c'erano ancora tutti i suoi poster del suo calciatore preferito.. Non riusciva a smettere di pensare a tutte le cose successe.
Quando scese in cucina, vide che avevano apparecchiato. Per quattro.
- Paps chi deve venire ancora?
- Lo vedrai tesoro.
In quel momento il campanello suonò.

CAPITOLO NOVE:

Il padre aprì la porta, e Marian vide la ragazza più bella che aveva mai visto, e in quell'istante si dimenticò di Serena. Lei era alta, con una pelle pallida e due occhi azzurri chiari. Aveva anche un viso dolcissimo, e la voce era molto vellutata.
- Marian, lei è Lolle, starà qui da noi per un po'.
- Piacere...io sono Marian. - Marian le strinse la mano e vide che le labbra della ragazza si schiudevano in un sorriso.
- Lo so giocavamo sempre insieme da bambini, non ti ricordi?
Marian riflettè. Ma sì, era proprio lei! Era la ragazza che da piccolo voleva sposare! Ma non se la ricordava così bella
- Sì mi ricordo - e le dedicò il primo sorriso della giornata.
- Forza Marian, accompagna Lolle nella camera degli ospiti.
Marian e Lolle si avviarono al piano di sopra. Lolle pensava che Marian era proprio carino, e si chiedeva se aveva la ragazza.
- Eccoci, questa è la tua stanza. Scusa se sono scortese, per quanto rimarrai qui?
- Per un anno. - lei era affascinata da Marian, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
- Allora ci vediamo dopo.
- Ok.
Marian uscì dalla stanza e se ne andò a giocare a pallone contro il muro. Non voleva ammettere di provare qualcosa per Lolle.

CAPITOLO DIECI:

Marian tornò a casa quando era già buio. Ma quando entrò vide subito che il padre era ubriaco e cercò di scappare al piano di sopra. Ma il padre lo fermò per un braccio:
- è tutta colpa tua. Mi hai portato via tua madre e Malina.
- No papà è stata colpa tua....- ma non riuscì a finire la frase....finì in terra dallo schiaffo che gli diede il padre.
- Vai subito in camera tua -
- Non me lo faccio ripetere -
Mentre andava in camera, Marian si lasciò sfuggire due lacrime. Era difficile per lui sentirsi dire che era la causa della separazione della loro famiglia, e non riusciva a smettere di pensare che forse era vero. Non notò che si aprì la porta della stanza di Lolle, e quando lei lo fissò negli occhi, vide che lui aveva pianto.
- Marian, cosa ti è successo? Hai la guancia rossa...- lei, sinceramente proccupata, non capiva.
- Niente...ahia... - non riusciva a smettere di staccarle gli occhi di dosso.
- Ho capito....è iniziato tutto da capo...tuo padre giusto? - lei sapeva tutto della storia di Marian perchè non era certo una notizia nuova. Tutta la città sapeva.
- Lasciami in pace! - detto questo Marian uscì di casa e scappò.
- Marian....aspetta...-


CAPITOLO UNDICI:



Marian corse fino a non riuscire a respirare. Aveva la faccia rigata dalle lacrime, non riusciva a pensare che a sua madre. Ad un certo punto si fermò e vide suo fratello. Lo chiamò, ma lui non si girò. Marian si accasciò a terra e pianse come non aveva fatto dalla morte della madre.
Non si accorse che Lolle su avvicinava furtiva a lui.
- Marian...mi dispiace...
- Vattene. - non intendeva essere cattivo con lei, ma si vergonava di farsi vedere in quello stato.
- No. Ascoltami, non è per colpa tua che tua madre è morta. Era malata da tempo.
- Ma...io avrei potuto esserci... - Marian era disperato. Voleva urlare il suo dolore al mondo.
- Avresti, ma così non è stato. Accetta quello che è successo, e non pensare che è successo per colpa tua. E tuo padre ti vuole bene. - Ma su quest'ultima affermazione Lolle non era così sicura.
- Non è vero. Mi odia. Quasi quasi me ne vado veramente. - Marian si alzò e incominciò a correre verso l'ospedale.
- Marian....dove vai?
- Da mia madre. -
- Tua madre è morta, non è all'ospedale. - Lolle sapeva che Marian sapeva che sua madre era morta.
- Non è vero!!! Smettila. - detto questo se ne andò correndo

CAPITOLO DODICI:

Serena stava apparecchiando la tavola, quando squillò il telefono.
- Pronto?
- Ciao Serena..sono Lolle... - Lolle conosceva Serena, si erano già viste con la scuola.
- Ciao Lolle che mi racconti?
- Purtroppo niente di buono...Marian è scappato di casa...sai era il ragazzo che volevo sposare da piccola. - Lolle aveva una voce molto strana, sembrava avesse pianto.
- Non ci credo, mi dispiace! Ma siete insieme?
- A me piacerebbe...ma da quel che ho capito non gli interessa mettersi insieme a qualcuna per il momento... -
- Secondo me gli piaci. Se un ragazzo dice così è perchè ha paura.
- Sì ma adesso non è questo il problema. è sparito.
- Mi dispiace. Prova a vedere se non è andato in un posto a lui caro.
- Al cimitero! Grande Sere!
- ??
- Ciao e grazie.
- Ciao.

****************

Detto questo Lolle andò al cimitero e vide Marian per terra, vicino alla tomba di sua madre. Sapeva che doveva assolutamente parlare con lui, non poteva più evitarlo. Ma non sapeva se era il momento giusto.
Decise di andarsene e lasciarlo solo.

Non è finita