E' ritrovata.
Che? L' eternità.
E' il mare
alleato del sole.
Rimbaud
E' ritrovata.
Che? L' eternità.
E' il mare
alleato del sole.
Rimbaud
Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di vïaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.
E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.
Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!
Lui, prima così bello, com'è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!
Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare .
Charles Baudelaire
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Colsi il tuo fiore, oh cielo !
Lo strinsi al cuore
e la spina mi punse.
Quando il giorno svani' e si fece buio,
scopersi che il fiore era appassito
ma il dolore era rimasto.
Altri fiori verranno a te,
con profumo e con fasto, oh cielo !
Ma per me e' passato
il tempo di cogliere fiori;
nella notte buia non ho piu' la mia rosa,
solo il dolore e' rimasto.
-Tagore-
Il gelsomino notturno
E s'aprono i fiori notturni
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo a' viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle .
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolìo di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala
brilla al primo piano: s'è spento...
È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti, si cova,
dentro l'urna molle e segreta
non so che felicità nuova.
-Giovanni Pascoli-
je voudrais que mon amour meure
qu’il pleuve sur le cimetière
et les ruelles où je vais
pleurant celle qui crut m’aimer
vorrei che il mio amore morisse
che piovesse sul cimitero
e sui vicoli dove passo
piangendo quella che credette di amarmi
la poesia più breve e più struggente che io conosca. è Samuel Beckett.
Pianto Antico - G. Carducci
L’albero a cui tendevi
La pargoletta mano,
Il verde melograno
Da’ bei vermigli fior,
Nel muto orto solingo
Rinverdì tutto or ora
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.
Tu fior della mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l’inutil vita
Estremo unico fior,
Sei nella terra fredda,
Sei nella terra negra;
Né il sol più ti rallegra
Né ti risveglia amor.
Posto qualcosa di due poeti che mi piacciono tantissimo, sebbene in modo molto diverso.
IN MEMORIA
da L'ALLEGRIA - IL PORTO SEPOLTO
Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perchè non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome
Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè
E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono
L'ho accompagnato
insieme alla padrona dell'albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa
Riposa
nel camposanto d'Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse
Locvizza, il 30 settembre 1916
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Soldati
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
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m'illumino
d'immenso
Eugenio Montale
Cigola la carrucola del pozzo
l'acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un'immagine ride.
Accosto il volto a evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all'atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Griehn, io devo pregerLa di scusarmi.
Stanotte non riuscivo a prendere sonno perché così forte era il
clamore della tempesta.
Quando guardai fuori, notai che Lei vacillava
come una scimmia ubriaca. Io l' ho anche detto.
Oggi il sole giallo splende sui suoi rami nudi.
Lei seguita a scuotere qualche lacrima, Griehn.
Ma Lei ora sa quello che Lei vale.
Lei ha combattuto la battaglia più aspra della Sua vita.
Gli avvoltoi si sono interessati di Lei.
E ora io so: solo grazie alla sua inesorabile
docilità Lei oggi sta ancora in piedi.
Di fronte al Suo successo, oggi penso:
Non è stata una sciocchezza venir su così alto
fra casermoni d' affitto, su così alto, Griehn che
la tempesta ha su di Lei solo il potere di questa notte.
(B. Brecht, "Discorso mattutino all' albero Griehn")
In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.
Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e argento, così la vostra gioia e il vostro dolore dovranno sollevarsi oppure ricadere.