[FONT='Wide Latin','serif']I RACCONTI DELLA LIBERTA’[/FONT][FONT='Times New Roman','serif']NATO LIBERO [/FONT]



[FONT='Times New Roman','serif']E’ notte fa freddo, posto per dormire non ne ho e non riesco nemmeno a trovarlo…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Vengo da lontano qui mi ci ha mandato il mio capo Seredin, dicendo che l’Italia e’ un posto in cui si lavora, in cui circolano fortuna e denaro, sembra strano sono due anni che sono qui e mi chiedo come mai da due anni dormo sotto il ponte Milvio.[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Di Roma si parlava nella mia terra: la ROMANIA e dai pochi studi che ho fatto mi avevano parlato di Citta’ Eterna, di Colosseo e della bellezza di Anita Egberg immersa nella Fontana di Trevi.[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Ieri davanti a quella fontana ci sono passato per la prima volta e non c’era anita ne Mas*****nni, c’erano solo persone affaccendate nel tirare monetine nella fontana, un mio amico mi disse che tirare una monetina nella fontana porta fortuna e l’unico euro che avevo in tasca lo buttato in mezzo all’acqua.[/FONT]

[FONT='Times New Roman','serif']In Romania facevo l’ingegnere, ero bravo, avevo anche una buona reputazione nella mia azienda, non che la dirigessi ma ero come si dice in Italia? Un mezzo dirigente o come ho sentito dire un quadro.[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Avevo famiglia e un bambino da cui ho avuto molto, fino a quando…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Per una terribile malattia Mathias, questo era il suo nome ci lasciò…[/FONT]

[FONT='Times New Roman','serif']Io sono nato libero e amo parlare con la gente, ieri avvicinandomi alla fontana di trevi udii un accento famigliare, mi avvicinai con discrezione al passante e gli dissi:[/FONT]

[FONT='Times New Roman','serif']“ Sono Rumeno, non cerco soldi, vengo dal tuo stesso paese, cosa fai di bello qui in Italia?”[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']“ Cerco lavoro” Rispose lui[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']“ Anch’io” replicai felice[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']“Lo cerchiamo insieme?” Gli proposi tutto eccitato[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']“Non ti conviene, io faccio il lavavetri” [/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']“E perche’… cosa c’è di male”[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']“ Passi la giornata a camminare e capita che qualcuno preso dal nervosismo del lavoro ti sputi in faccia”[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Rimasi in silenzio per un secondo scrutando la piazza, che per me era una nuova esperienza.[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']“ Comunque se vuoi ti metto in contatto con il capo, se mai…”[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']“Ci penserò…” risposi un po’ sconsolato.[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Ma poi pensai, tornando verso ponte milvio, io uomo libero devo essere sfruttato da uno che parla la mia stessa lingua e che vuole sembrare un boss mafioso italiano…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Non se ne parla nemmeno, piuttosto ritorno da dove sono venuto… e mando a quel paese tutti quelli che mi hanno rifiutato nei miei numerosi colloqui di lavoro, dandomi una speranza per il mio futuro, che, in realta’, non e’ mai arrivata.[/FONT]


[FONT='Times New Roman','serif']Era Marzo inoltrato e il ponentino che in quei mesi inizia a soffiare a Roma era rimasto ancora secco maestrale che intorpidiva dalla testa alle dita dei piedi che Mathias lasciava spesso scoperti.[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Quella notte una ronda di teppistelli si avvicinò a ponte Milvio non per appendere il “solito lucchetto degli innamorati” ma per vedere se c’era qualche stronzo da mena’.[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Mathias si era appena addormentato era ancora in un dormiveglia alla sua sinistra un Balzac d’annata e alla destra un pacchetto di Gauloises finite…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Il piu’ grande dei teppistelli, capello lungo ingellato, fare da sbruffone si avvicinò lentamente a mathias: “ Svegliamo la merda che dorme rega’!!!” disse sussurrando ai suoi compari.[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Portava con se un lucchetto di ferro e con foga repentina lo scagliò numerose volte addosso a mathias ferendolo a morte…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Respirava ancora… quando qualcuno si accorse della sua agonia…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Un vecchietto, in bicicletta la mattina dopo…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Esalava gli ultimi respiri, e gli occhi strabuzzati lasciavano presagire una sua imminente fine…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Il vecchietto chiamò l’ambulanza…[/FONT]
[FONT='Times New Roman','serif']Ma all’Ospedale S.Spirito Mathias esalò l’ultimo respiro…[/FONT]


[FONT='Times New Roman','serif']Che desolazione, quella Roma deei ragazzi di vita per le strade, festanti, orgogliosi di essere insieme sostituiti dalla brutalita’ di questi ragazzi deviati, la Roma del Pasolini non c’è piu’ sostituita dall’emulazione di quell’america che ci ha salvato ma che e’ diventata per noi emulazione anche nell’irruenza di alcune azioni.[/FONT]

[FONT='Times New Roman','serif']Mathias.. poteva capitare a qualsiasi altra persona, a qualche NATO LIBERO, che cerca la sua indipendenza in un paese fortunatamente non solo popolato da questi figli del diavolo, Santi in casa e peccatori imperrdonabil appena escono dal loro portone.[/FONT]



[FONT='Times New Roman','serif']A CHI LA LIBERTA’ LA VIVE TUTTI I GIORNI, A CHI LA CERCA E LA TROVATA un augurio che diventi la piu’ bella forma di bellezza.[/FONT]