E' novembre. Sono partito alla volta di Reykjavík dall'italia con l'intenzione di spupazzarmi qualche bella islandese perche' le islandesi mi piacciono (semplice viaggio di turismo sessuale).
Dall'aeroporto il bus di noi poveri ignari italiani (e non) venne dirottato verso una sorta di campo di concentramento in riva al mare, capeggiato da una stridula e crudelissima signora. Fummo costretti a suddividerci in gruppetti da 4 / 5 e messi dentro gelide celle. A un tizio rimase la pelle della mano attaccata a terra, con naturali urla conseguenti.
Spunto' la signora malvagissima e ci diede delle canne da pesca e dei coltellini: avremmo dovuto pescare con un pezzo della nostra carne come esca.
Chi si taglio' un mignolo, chi un pezzo di alluce. Io optai per un pezzo di pelle laterale del piede. Una ragazza dai capelli rossi, con occhi imploranti mi chiese di darle un pezzettino della mia carne per lei. Sara' che era un sogno, ma accettai e tagliai un altro pezzo del mio piede per lei. Tuttavia lo tagliai male, scoprendo all'aria un sacco di carne.
Dopo 1 o 2 giorni, nell'istante stesso in cui stavano per amputarmi il piede, mi svegliai.
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Che sballo di sogno! Poi mi sono riaddormentato per cercare di continuarlo e in effetti ci riuscii. Tuttavia non ricordo quasi nulla se non pochi fotogrammi . So che si parlava di cacca, di lavare pavimenti e di una femmina crudele.