Le fronde di quegli alberi alti e verdi si muovevano di continuo.. quasi ritmicamente, era il vento a portarli.. la collina silenziosa e buia era illuminata dalla luce della luna.. su di essa un tripudio di profumi ed odori di muschi e licheni esotici rendevano piacevole il momento.. una figura incappucciata osservava le distese sterminate della terra che avevano scoperto.. che avevano conquistato con il sangue.. dietro di essa, un presidio di fanti con lunghe lance si scaldavano al calore di innumerevoli fuochi dispersi tra le tende splendidamente organizzati a formare un accampamento squadrato.. picchetti di soldati in corazza di cuoio, lancia e scudo presidiavano le entrate ai quattro lati del presidio.. lo spazio della collina era appena sufficiente a che questo fosse edificato ed era ancora angusto..
Estremo avamposto di osservazione posto a nord, nella Gallia Aemilia, era solamente un altro lavoro per lui, un altro ordine da eseguire in maniera impeccabile.. i suoni della notte continuavano imperterriti tra i gracidii degli anfibi e i richiami dei grandi predatori alati notturni.. ma ad un certo punto tutto si acquietò, i soldati nel presidio non avvertirono nulla.. era ovvio pensò.. ma lui era sveglio e pronto.. la mano già sulla spada corta.. il valido gladio sempre pronto.. resto qualche istante ad osservare il sottobosco che scendeva dai fianchi della collina e immaginò le azioni dei barbari che v’erano posti in agguato.
Indietreggiò lentamente poi si voltò senza dar impressione di aver capito e tornò lentamente verso le porte del presidio.. le due guardie lo guardarono mentre, da sotto il nero mantello, sguainava il gladio e faceva cenno alle guardie dell’agguato in corso.
All’improvviso tutti i romani rientrarono velocemente con uno scatto fulmineo.. le porte furono sbarrate e l’intero presidio fu allertato.. dal centro di questo in una tenda di spicco una coppia di legionari sbucarono fuori urlando e trascinando con sé un barbaro dalla pelle rossa e dall’aspetto trasandato, a malapena vestito in maniera decente.. con un paio di brache e dei mocassini che lo rendevano silenzioso nella notte.
Urlarono improvvisamente qualcosa >ha ucciso il comandante! Ha ucciso il comandante!<nella> Cosa mi racconti Aurelio? Com’è andata la campagna al nord?<gli> la Pannonae Aemilia non è terra clemente e i barbari che la infestavano non erano per nulla amichevoli.. abbiamo lottato.. e vinto, per cosa fratello?<Giulio>Eccolo.. il valente generale di Roma che arriva da oltreoceano portando notizie della patria che abbiamo abbandonato secoli or sono..<Avreliano>Il senato pare impotente ad arginare questa avanzata di Roma.. pare vogliano inglobare anche il nostro dominio.. oltreoceano gli imperatori intervallati dallo stesso Senato di Roma hanno da secoli premuto per la difesa opponendosi a procedimenti giudiziari e legislativi come quelli di Caracalla.. mentre i soldati di Roma legionari e Pretoriani venivano assicurati in patria.. i barbari che volevano diventare romani furono inquadrati nei ranghi dell’Exercitvs Barbaricvm e spediti in aree lontane a conquistar la terra che Roma reclama “di diritto”..<fece>Ora che i barbari divenuti romani hanno eretto quello che chiamano il Vallvm Sarmatico e lo presidiano abilmente.. il mondo appare roseo ai Romani.. e tetro a noi coloni.. poiché i barbari che Roma dice voler aiutare, imbarcandoli alla volta della nostra terra o impegnandoli contro i Parti son tutt’altro che amichevoli..<Avreliano>Ah ecco i valenti condottieri di Vrbis Novae, ecco Stilio Giulio Massimo e Avreliano Ventidio detto “Aqvilae”.. confido che le vostre conquiste resteranno salde nel tempo e che la gloria di Vrbis Novae possa pareggiare quella di Roma.. venite venite, abbiamo molto di cui parlare..< disse cominciando a camminare allegramente per il grande foro che dava sul porto sottostante..