Ci son giorni in cui la penna non scorre,
sforzi la mente che s'erge a prigione,
quando d'un tratto,lembi di vita senz'avviso ripercorre,
sul riserbo con perfidia il suo veto appone.
La mano ferma sul rigo
sfiora la pagina,quasi con impaccio,
imbarazzato,fulmineo,l'errore redigo
e cercando versi nuovi,il pozzo delle parole setaccio.
Candida camicia con cinghie e laccetti,
stringi paure,che desidero emancipare,
trattieni urlanti timori e prometti
che a guarigione compiuta potrò le ali spiegare.
Pillole di ansia il mio corpo rigetta,
rabbioso di non poter con se stesso dialogare,
quell'inchiostro che d'uscir composto non ha fretta,
riempe la mente che non si può liberare.
Fra le sbarre poca luce filtra e rincuora,
non sufficiente per gioire di vivere,ancora.