Voglio mettere nero su bianco un piccolo raggio di sole.
Dopo una telefonata piovuta dal cielo ieri mattina, oggi ho sostenuto un colloquio con una società che ricerca figure di middle management, una società di quelle gettonate, di qualità.
Qualcosa è rimasto.
Di quello che ho fatto qualcosa è rimasto.
In questi due anni e mezzo ho vissuto momenti difficili, anche tremendi.
In una città con cui ho avuto un rapporto molto complesso, di estraneità, di alienzione, di disprezzo.
Ho dato tutto me stesso nel lavoro.
Sono arrivato con pochi soldi, un diploma e nessun lavoro, ma in pochi giorni ho cominciato a costruire (e distruggere, sotto altri punti di vista), e ora, posto fisso acquisito, forse posso fare un passo avanti.
Dopo aver lavorato più degli altri, dopo aver offerto performance importanti, dopo aver passato le serate a studiare, dopo aver investito una grossa somma per un executive master, potrebbe essere un momento di svolta.
Ho perso la persona più importante che avevo, fatto tabula rasa di parecchie amicizie, dilaniato dal malessere che provavo.
Ora mi son trasferito nella città che più amo e mi sto lentamente ricostruendo, facendo un attento lavoro di autoconsapevolezza, spesso straziante.
Non sono ancora sereno e felice quanto vorrei, non ho ancora accanto le persone che vorrei, e fare Torino-Milano avanti e indietro tutti i giorni per svolgere un lavoro in cui sono circondato da ignoranti e incompetenti è difficile.
Ho 25 anni, non è naturale insegnare le cose ai 40enni. Sono io per primo che avrei bisogno di imparare, e di avere un buon mentore.
Mi sento in gabbia, a metà strada tra il presente e il passato.
Recarmi lì tutti i giorni mi ricorda cià che ho perso.
Ogni mattina sfreccio davanti alla chiesa accanto la quale abita la mia ex.
Non so se questo colloquio mi aprirà effettivamente delle porte come profetizzato dalla consulente, ma è di certo motivo d'orgoglio.
Una carezza dopo tanti, tantissimi schiaffi.
Potrebbe essere l'occasione per fare pace con quella città, rifrequentarla con uno stato d'animo diverso, con la consapevolezza che in realtà non mi è così arcigna. Che in fondo, un pò mi vuole bene.
E che ci torno per me stesso.
Io il passato non lo abbandono, le persone, le città.
Mi porto tutto dietro, nel profondo dei ricordi e delle sensazioni che rivivo giorno dopo giorno.
Spero che dopo tanto grigiore, possa finalmente spuntare un raggio di sole, una mano tesa, una pacca sulla spalla, la voglia di investire sulla mia persona.
Ho tanti difetti, ma in quella selva c'è anche qualcosa di buono, e c'è un fermo desiderio di far vedere chi sono e quanto valgo. Di mettermi in gioco, perché voglio diventare una persona e un professionista migliore.
Voglio raggiungere obiettivi importanti, e se è vero che "dietro le nuvole c'è il sole", spero di rivederlo presto, di tornare a essere quella persona positiva, sicura, piacevole che ero circa tre anni fa.
Magari anche più matura, grazie alle tante lezioni che ho imparato a suon di lacrime.
Fatemi un in bocca al lupo