Storie di donne che resistono alla violenza e ai soprusi degli uomini. Donne che, nonostante tutto, non trovano il coraggio di protestare e di liberarsi dei loro compagni. Un volume segnato da grandi interrogativi e dall’ansia di capire cosa si nasconde nell’universo femminile offeso e spesso umiliato. Ecco ciò che propone la giornalista Concita De Gregorio (nelle foto), da poco alla guida de 'L’Unità', nel saggio 'Malamore. Esercizi di resistenza al dolore', pubblicato dalla Mondadori nella collana ‘Strade blu’.
La vita di molte donne è caratterizzata dalla sofferenza. In molti casi vivono insieme a uomini privi di sensibilità ed incapaci di provare affetto. Su di loro, inoltre, ricadono le maggiori responsabilità familiari: devono crescere i figli subendo grandi dolori a partire da quelli legati alla loro nascita. E’ questo il ritratto che emerge dall’indagine che la De Gregorio ha elaborato nel suo volume. La giornalista riporta i racconti di numerose donne che le hanno descritto la loro vita. Tutte le ragazze che ha ascoltato sono state in grado di trasformare il dolore in una forza dalla quale trarre le energie di cui hanno bisogno. Il mezzosoprano Maria Malibran, ad esempio, impara a nascondere le lacrime durante le terribili lezioni di canto inflitte dal padre. Denise Karbon, poi, scia ingessata mentre Vanessa Ferrari volteggia con una frattura al piede. Non solo. La De Gregorio parla anche delle donne comuni che si lasciano picchiare dai compagni perché pensano che la violenza "sia una debolezza". Donne che, ancora, "vivono ogni giorno sul crinale di un baratro e che, anziché sottrarsi quando possono, ci passeggiano in equilibrio".
Le vicende tragiche che la De Gregorio esamina nelle sue pagine nascondono delle domande forti ed inquietanti. "Le storie che ho raccolto – spiega la giornalista - sono scie luminose, stelle cadenti che illuminano a volte molto da lontano una grande domanda: cosa ci induce a non respingere, anzi a convivere con la violenza? Perché sopporta chi sopporta, e come fa? Quanto è alta la posta in palio?". Domande che, di fatto, attraversano tutte le esperienze raccontate e che lasciano spazio soltanto ad una vera certezza. La resistenza passiva è rappresentata "da gesti ordinari. Chiunque può capirlo misurandolo su di sé. Sono esercizi di resistenza al dolore".
lo sto finendo di leggere e lo trovo interessantissimo. tra l'altro tratta argomenti di cui sn molto sensibile.
lo consiglio a tutti, uomini e donne.