Non esistono diverse "versioni" del Piccolo Principe, che è un libro. Non è un libro "per bambini" o un "libro per adulti" e così via. E' un libro molto duro, che in alcuni passaggi raggiunge un pessimismo difficilmente digeribile e reso ancora più forte proprio dal contrasto con il linguaggio semplice delle storie per bambini. Fa luce su quanto sia piccolo in realtà l'essere umano che si perde dietro gli aspetti insignificanti della vita perdendo per strada ciò che conta "L'essenziale è invisibile agli occhi".
Cito uno dei miei passaggi preferiti, forse il più nichilista e paradossale, quello dell'ubriacone:
"Che cosa fai?" chiese all'ubriacone che stava in silenzio davanti a una collezione di bottiglie vuote e a una collezione di bottiglie piene.
"Bevo", rispose, in tono lugubre, l'ubriacone.
"Perché bevi?" domandò il piccolo principe.
"Per dimenticare", rispose l'ubriacone.
"Per dimenticare che cosa?" s'informò il piccolo principe che cominciava già a compiangerlo.
"Per dimenticare che ho vergogna", confessò l'ubriacone abbassando la testa.
"Vergogna di che?" insistette il piccolo principe.
"Vergogna di bere!" e l'ubriacone si chiuse in un silenzio definitivo