1976, Bologna.
Radio Alice è la radio del movimento studentesco: fantasia, rifiuto del lavoro salariato, libertà sessuale e provocazioni culturali.
La radio, situata in via del Pratello, è tenuta sotto controllo dalle forze dell'ordine, anche se il tenente Lippolis (Valerio Mastandrea) è convinto che non valga la pena perder tempo dietro a ciò che definisce un branco di studentelli velleitari, artistoidi e drogati.
Un mondo estraneo ai tutori dell'ordine e ai "bravi cittadini", ma anche alla maggioranza dei ragazzi delle periferie.
Come a Safagna, periferia Est: due ragazzi sui vent'anni, Sgualo (Tommaso Ramenghi) e Pelo (Marco Luisi), possono solo sognare una via d'uscita dal quotidiano grigio e opprimente. Bazzicano il bar del quartiere e qualche volta per ovviare alla cronica mancanza di denaro fanno qualche "lavoretto" per un ricettatore locale, Marangon (Valerio Binasco).
Questa volta, però, Marangon propone loro qualcosa di diverso: scavare un tunnel nel sottosuolo del centro. Obiettivo: la Cassa di Risparmio di Piazza Minghetti. I due, non senza tergiversare, accettano la rischiosa impresa.
Ma lavorare stanca, e per vivacizzare le lunghe ore notturne di "lavoro", i due portano nel tunnel una radiolina. Contro ogni logica, trovano una stazione: Radio Alice.* Il "flusso creativo" dell'emittente diviene la colonna sonora dei colpi di piccone. Una notte Pelo e Sgualo decidono di andare alla sede dell'emittente ed entrano in contatto con il mondo dell'attivismo studentesco.
[...]
*Radio Alice: Concepita nel 1975 durante il periodo di esplosione delle radio libere, la radio inizia a trasmettere il 9 febbraio 1976 sulla frequenza fm 100.6 mhz, utilizzando un trasmettitore militare.
Lo studio della radio è un appartamento di via del Pratello, nel centro di Bologna. La piccola emittente radiofonica dell' "ala creativa" del movimento studentesco vuole farsi portavoce della "comunicazione liberata": di qui le decisioni di aprire il microfono a chiunque e di trasformare la radio in strumento di produzione culturale attraverso l'organizzazione di concerti e di raduni giovanili.
La radio viene chiusa dai carabinieri il 12 marzo 1977 con l'accusa di avere diretto via etere i violenti scontri all'indomani dell'uccisione dello studente Francesco Lorusso per mano della polizia.
I redattori della radio che non riescono a fuggire durante l'irruzione negli studi vengono arrestati. Gli apparati di trasmissione vengono distrutti.
Per la prima volta nella storia repubblicana una testata radiofonica è soppressa per mano militare.
Radio Alice riapre circa un mese dopo e continua le trasmissioni per ancora un paio d'anni, ma senza l'apporto degli originali fondatori.
Tutti gli arrestati di Radio Alice, alcuni dei quali malmenati in carcere, vengono prosciolti dalle accuse mosse nei loro confronti.
La frequenza della radio sarà poi ceduta a Radio Radicale.
[L'inchiesta contro il carabiniere che aveva sparato a Lorusso e il capitano che lo comandava si conclude con l'archiviazione del caso.]
Radio Alice viene spesso ricordata come la "radio degli autonomi", ma in realtà la radio ha rappresentato un singolare e originale esperimento di comunicazione: priva di redazione e di palinsesto fisso, annunciava la rivoluzione mediatica che stava per irrompere attraverso l'uso continuo e incondizionato della diretta telefonica (mai usata con tale audacia in Italia).
Nella sua breve vita le istanze politiche si mescolavano a pratiche artistiche e esistenziali in un flusso di comunicazione privo di pubblicità, trasmissioni e organigrammi.
Tutto meritava di essere trasmesso: brandelli di libri, comunicazioni sindacali, poesie, lezioni di yoga, analisi politiche, dichiarazioni d'amore, commenti ai fatti del giorno, ricette, favole della buonanotte, liste della spesa, la musica dei Jefferson Airplane, degli Area, dei Fugs o di Beethoven.
Le trasmissioni si aprivano e si chiudevano sempre col brano "Lavorare con Lentezza" del cantautore pugliese Enzo Del Re.
Tra gli animatori della radio si ricordano Franco Berardi detto "Bifo", il giornalista Maurizio Torrealta e il fumettista Filippo Scòzzari.
Personalmente mi è piaciuto molto.
Sarà che m'interessano particolarmente i film con contenuti storici...
E voi l'avete visto?
Che ne pensate?