Capello platinato, gonna corta
agile e scattante come una pantera morta.
Mi aveva detto che eri un'amante ingorda
Però bisognava urlare perché eri sorda.
Venisti verso di me, pensai: ha gli occhiali ma è una bella donna,
in quel mentre davi una picconata di faccia contro una colonna.
Ti offrii da bere tu dicesti: solo un bicchierino,
sparirono tre bottiglie perché bevevi come un alpino.
Andammo a casa tua e hai detto: sono un po' sudata, pazienza.
In realtà puzzavi come la distilleria di Faenza.
Ti sei tolta gli occhiali e andavi a tastoni
e ti sei bevuta ad occhi chiusi due bottiglie di Peroni.
E per dimostrarmi che eri una tipa tosta,
da due metri con un rutto, hai ammazzato una mosca.
Per baciarti, dicesti, voglio avere l'alito sopraffino,
e in un colpo ti sei scaraffata una boccia di vino.
Mi hai guardato di sbieco e mi hai detto: vedrai sarò grande,
e nel togliertele ti si è ingavagnato un orecchino nell'elastico delle
mutande.
Oh Antonietta,
ti ho slegata, messa a letto e con dolcezza ti ho chiesto: va meglio
nasino rosso?
Mi hai detto si e con un sorriso beato te la sei fatta addosso!
(Giuseppe Giacobazzi)