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Campionati mondiali di atletica : anche senza tirare in ballo i
maschi. Bastano le prestazioni femminili. Umiliante. Mortificante.
Per dire, ho visto la giapponese arrivata terza alla maratona,
ed era uno scheletrino agonizzante. Eppure, nonostante
fosse uno scheletrino agonizzante, ha fatto ciò che io
mai potrei fare ... e io non sono uno scheletrino.
C'è qualcosa che non mi torna. Da un lato vedo quelle prestazioni,
e mi è ben chiaro quanto siano limitate le possibilità umane,
questi poveri corpi molli e incollati al terreno dalla forza di
gravità, che con sforzi immani e soffrendo tantissimo riescono
a compiere azioni oltremodo penose e patetiche al confronto di
certe altre creature o forze della Natura. Dall'altro, tuttavia,
cerco di mettere bene a fuoco quello che potrei fare io, ciò
che potrei fare ora, qui, adesso, ed ecco quindi che al mio
confronto quelle persone mi sembrano quasi delle divinità.
E mi chiedo quali possano essere allora i parametri per poter
dire di "sentirsi in forma". Cioè : un atleta può anche dire
"aaahh, oggi non sono in forma" ma riuscire sempre e comunque a
surclassarti alla grande anche quando tu, basandoti su quanto fanno
vedere le pubblicità di una vita sana, potresti affermare di esserlo
(in forma). Guardi l'imbecille che salta il recinto in quella tal
pubblicità, e dici "cavolo, io potrei fare ben di più". Ti hanno
convinto, che il riferimento medio dell'essere in forma sia quello.
E paradossalmente, vedo le atlete-stangone del salto in alto che
"volano" sopra i due metri ("volano" per modo di dire, anche quelli
poveri corpi che ricorrono a cento artifici per riuscire faticosamente
ad arrampicarsi nell'aria) e non mi impressionano tanto. Mi sembra un
qualcosa di più raggiungibile, nonostante io sia tutto meno che un
gran saltatore. Ma nonostante io corra certo meglio di quanto salti,
il che è tutto dire, l'aver visto quello scheletrino agonizzante
che aveva quasi vinto alla maratona è stato terribile.