Il nuovo prete della parrocchia era molto nervoso per la sua prima messa e quasi non riusciva a parlare. Domandò quindi al Vescovo come poteva fare per rilassarsi e questi gli suggerì di mettere alcune gocce di vodka nel calice della messa. Così fece.
Si sentì così bene che avrebbe potuto fare la predica in mezzo ad una tempesta.
Però quando tornò in canonica, trovò la seguente lettera dell'Arcivescovo: Caro Don Perignon, - Per la prossima volta, mettere gocce di vodka nel vino e non gocce di vino nella vodka e non mettere limone e zucchero sul bordo del calice. -Il mantello di Gesù non deve essere usato come tovagliolo. - Ci sono 10 comandamenti e non 12. - Ci sono 12 discepoli e non 10. - Non ci si riferisce alla croce come "quella T grande". - Non ci si riferisce a Gesù Cristo e i suoi discepoli come "GC e la sua band". - Non ci si riferisce a Giuda come "quel figlio di puttana". - Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono "Il Vecchio, Junior e il Colombo". - Quella "casetta" era il confessionale e non la toilette. - L'iniziativa di chiamare il pubblico a battere le mani è stata lodevole, però ballare la macarena e fare il trenino mi sembra esagerato. - L'acqua santa serve per benedire e non per rinfrescare la nuca. - Le ostie vanno distribuite ai fedeli e non devono essere usate come antipasto e accompagnamento per il vino. - Quello nella croce era Gesù Cristo e non Che Guevara. - Berlusconi è proprietario di Mediaset e del Governo italiano, ma non della Chiesa Cattolica. - Cerchi di indossare le mutande e quando ha caldo eviti di rinfrescarsi tirando su la tonaca. - I peccatori quando muoiono vanno all'inferno e non a farsi fottere. - Ricordo ancora che la messa deve durare 1 ora circa e non due tempi da 45 minuti e che quello seduto al suo fianco e che lei ha chiamato "travestito in gonna rossa"... ero io!