MILANO- Cronaca di una strage annunciata. George Sodini, Il 48enne autore della strage nella palestra di Pittsburgh, ha cominciato a preparare la sparatoria a novembre. Poi ci ha provato il 6 gennaio, ma qualcosa gli ha fatto cambiare idea: «Sono le 8.45 di sera. Ho avuto paura. Merda! Ho portato le pistole cariche, avevo tutto. All'inferno!». E quindi si è deciso per il 4 agosto. Stesso posto, stessa ora. La palestra dove «le donne sono così belle. Non sembrano nemmeno umane. E non mi degnano neanche di uno sguardo». Tutto pianificato nei minimi dettagli e soprattutto raccontato sulla sua pagina web. Era così sicuro di farcela che prima di commettere gli omicidi ha postato una confessione. «Un uomo associale. Nessun amico, mai una visita», raccontano i vicini, ancora molto scossi per l'episidio. Ed ecco che l'unica valvola di sfogo era il suo blog in cui spiegava stati d'animo («sono molto credente arrabbiato e solo»), sottolineava frustrazioni («ho stimato che solo negli Stati Uniti ci sono 30 milioni di donne. Nessuna delle quali vuole stare con me») e raccontava sogni («Se avessi il controllo della mia vita, sarei più felice»). Poi ci sono i video. In uno descrive la sua casa: «L'ho comprata nel 1996». E in un altro spiega che per lui è facile nascondersi dalle emozioni. «Ma devo cambiare».
LA SOLITUDINE- Quel cambiamento, però, non è mai arrivato. Le donne gli sono sempre state lontane. «Non ho una fidanzata dal 1984, non esco per un appuntamento da maggio 2008 e non faccio sesso da 19 anni», si legge. E forse è proprio questo il movente che cercano gli inquirenti. Perché non è un caso che nessuna delle vittime avesse mai conosciuto Sodini. E l'unica cosa che avevano in comune era quella di essere, appunto, solo donne. Amate e odiate. Desiderate e ripudiate. «Non piaccio alle ragazze. È semplice. Nonostante sia un uomo di aspetto piacevole. Profumato con un tocco di colonia. Non c'è nulla da fare». E domenica scorsa ha spiegato che «il più grosso problema relazioni e/o amici, e non essere in grado di ottenere quello che voglio in nessuna aerea. Tutto rimane uguale nonostante gli sforzi che faccio». Forse è stata propria l'immobilità della sua vita a convincerlo a farla finita.
LA PIANIFICAZIONE- Ma tra immaginare e riuscire a commettere una strage, c'è molta differenza. Sodini, tecnico dei pc in uno studio di avvocati, lo sapeva molto bene. Anche perché ci aveva già provato. E alla fine c'è riuscito. Sul blog ha messo la sua data di morte il 4 agosto 2009. Sapeva, questa volta, che ce l'avrebbe fatta. Ed ecco che la confessione o lo sfogo spiega che «tanto la vita eterna non dipende dal nostro lavoro. Gesù ha già pagato per tutti i nostri peccati. E se trovate questi sfoghi, non vi preoccupate. Pubblicate tutto. Tanto sarò morto». Lo aveva annunciato e lo ha fatto. La strage è stata compiuta. E si è portato via anche altre tre donne.
«Nessuna donna mi vuole, non capisco» - Corriere della Sera