Secondo me non si tratta di atteggiamenti vessatori da parte della Foxconn, ma di una gestione del personale che deve necessariamente essere in un certo modo per poter raggiungere certi profitti.
Tali profitti, ovvero gli obiettivi programmati, la Apple li deve conoscere per forza, essendo lei che li impone, stabilendo un determinato compenso per una determinata produzione (*).
L'unica cosa di cui si può discutere è se sia eticamente accettabile che la Apple strappi certe condizioni, fregandosene delle conseguenze che queste avranno sulla qualità di vita dei dipendenti della aziende a cui ha commissionato il lavoro; oppure se l'azienda committente debba invece porsi il problema e porre il vincolo che le condizioni di lavoro che ne conseguiranno non siano al di sotto di un certo valore di soglia.
Insomma il quesito finale è: "Sono cinesi freghiamocene" oppure "Sono uomini indignamoci"?
Io sono per il "sono uomini, indignamoci"...
(*) A meno che il compenso promesso da Apple non sia stato ragionevole e la Foxconn non abbia voluto lei sfruttare al massimo i propri dipendenti per avere il massimo guadagno pur potendo fare altrimenti.
Ipotesi che ritengo più improbabile, ma possibile.