Dai medicinali anticancro si possono attendere svariati disturbi collaterali, ma resta certamente un imprevisto davvero....imprevedibile vedersi bloccati dagli agenti dell’immigrazione Usa perché ha fatto sparire le impronte digitali. L’intoppo è capitato a un turista di Singapore e la vicenda è stata raccontata dal suo oncologo sulla rivista Annals of Oncology . LA STRANA VICENDA - L’ignaro signore è stato bloccato all’aeroporto perché la procedura standard per l’ingresso negli Stati Uniti prevede il controllo delle impronte. E le sue apparivano cancellate. Di qui i sospetti degli agenti dell’immigrazione, che lo hanno trattenuto per alcune ore, finché non è venuta a galla la verità. Il viaggiatore orientale non era un losco personaggio che aveva intenzionalmente abraso i suoi polpastrelli per non rendersi identificabile, ma era un paziente in cura contro un tumore nasofaringeo, che a alcuni anni assumeva capecitabina (Xeloda). Fra gli effetti del farmaco, vi è un possibile danno cutaneo a carico della cute di mani e piedi, che nel caso specifico è stato così drastico da alterare irreversibilmente la superficie delle dita. «Al mio paziente è stato consigliato di viaggiare munito di una lettera del suo oncologo che attesta la sua condizione e la sua terapia come causa della mancanza di impronte digitali» ha spiegato il dottor Eng-Huat Tan, del National Cancer Center di Singapore.
LA «SINDROME MANI-PIEDI» - «E’ senz’altro un caso raro: di solito la tossicità cutanea della capecitabina non arriva a tali livelli - commenta Roberto Labianca, responsabile dell’unità di Oncologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo -. A volte si manifesta con arrossamento, desquamazione e formicolio al palmo di mani e piedi, una sindrome chiamata eritrodistesia palmo-plantare. Può essere molto fastidiosa, ma normalmente si gestisce riducendo le dosi o la durata della cura, qualche volta con l’aiuto della vitamina B6». D’altra parte, l’uso stesso del farmaco riportato nell’articolo (tre anni di trattamento per un tumore metastatico dell’area testa-collo) appare davvero insolito agli specialisti italiani: «Xeloda è indicato per il colon, la mammella e alcuni tumori solidi dell’apparato digerente. E poi la cura dura al massimo alcuni mesi» precisa Labianca.
IL PRECEDENTE - Negli aeroporti statunitensi c’era già stato un simile equivoco «farmacologico». Nel 2007 una hostess di 39 che aveva iniziato una cura con capecitabina per un tumore del seno, ed era tornata al lavoro, era stata trattenuta per accertamenti al primo atterraggio negli Usa. Motivo: le sue impronte digitali non corrispondevano più a quelle presenti in archivio. La volta successiva, era stato necessario faxare un rapporto clinico dalla Spagna per ottenere il via libera. La storia è stata descritta, con un certo stupore, dagli oncologi dell’Hospital Clínico San Carlos di Madrid sul Journal of Clinical Oncology. Titolo dell’articolo: «Elementare, mio caro Watson!».
Il farmaco che cancella le impronte digitali - Corriere della Sera
certo che se non hai con te la certificazione puo essere pericoloso in certi aereoporti e stati