Nel mirino anche altri prodotti, tutti provenienti dalla Cina. Il ministro Zaia: «Pericolo per i consumatori»
NAPOLI - «Tra i dieci e i quindici quintali di latte alla melamina provenienti dalla Cina sono state sequestrate a Napoli». La notizia è stata diffusa dallo stesso ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, intervenendo a Rainews24, annunciando alcuni risultati del blitz del Corpo forestale nel porto del capoluogo campano. «Nell'operazione sono state messe sotto sequestro anche carni, pesce e altri prodotti che non si potrebbero commercializzare». «La grande preoccupazione - ha concluso Zaia - è che se non ci fosse stato questo intervento ci sarebbero stati problemi di reale pericolo per i consumatori».
ALTRI SEQUESTRI - Dalle prime ore del mattino, il Corpo forestale dello Stato della Regione Campania sta procedendo, in varie aree del Napoletano, ad una serie di sequestri, in attività gestiste da cinesi, di alimenti di origine e composizione ritenuta sospetta. Sequestrati, tra l'altro, in via precauzionale, bevande a base di latte e confezioni di uova. I militari, in collaborazione con l'Asl e con la polizia provinciale, stanno sequestrando tutti gli alimenti che per caratteristiche o per il non rispetto di leggi specifiche non possono essere distribuiti in Italia.
INTEGRATORI ALIMENTARI - «Se posso lanciare un allarme, lo lancio su quelle sostanze che assumono sportivi o gente che fa attività fisica, acquistabili su internet o vendute attraverso distribuzione non controllata» ha detto la sottosegretaria alla Salute Francesca Martini, a margine della conferenza stampa di presentazione dei primi dati sulla presenza di latte alla melamina in Italia. Insomma, dopo il latte, ora la lente d'ingrandimento dei Nas e delle strutture del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali rischia di spostarsi sugli integratori alimentari.
SEQUESTRI ANCHE NEL PORTO DI GENOVA - Nel porto di Genova sono stati sequestrate 10 tonnellate di una sostanza in cristalli, dichiarata essere aminoacidi ma ancora ignota, destinata a una ditta italiana, un'azienda emiliana che produce integratori. I fusti che contenevano la sostanza indicavano come contenuto «aminoacidi, treonina ed altri così dichiarati, ma non sappiamo cosa c'è all'interno- ha spiegato il generale Cosimo Piccinno, comandante dei Nuclei anti sofisticazione. Gli esami sono in corso». I fusti erano «destinati ad un'azienda italiana che produce integratori» ha concluso il generale.