Da ilGiornale.it:
Naufragio della Erika: maximulta e condanne per la Total e il Rina
Parigi - Si è concluso con la condanna al pagamento di un risarcimento record il primo grande processo per una catastrofe ambientale in Francia. Dopo sette mesi di udienze e quattro mesi di camera di consiglio sul naufragio della petroliera Erika, affondata nel dicembre 1999 nel golfo di Guascogna, il Tribunale di Parigi ha condannato in solido il gruppo petrolifero franco-belga Total, il Registro italiano navale (Rina), l’armatore dell’Erika Giuseppe Savarese e il gestore tecnico Antonio Pollara, della Panship, al pagamento di un indennizzo di 192 milioni di euro alle 101 parti civili (fra le quali lo Stato francese, le regioni Bretagna, Pays-de-Loire e Poitou-Charentes, i dipartimenti di Finistere, Morbihan, Loira-Atlantico e Vandea e una decina di comuni) che si erano costituite.
La condanna in solido consente alle parti civili di chiedere l’intero risarcimento a uno dei condannati, che potrà poi esigere la loro quota agli altri. È molto probabile che si rivolgano a Total, di gran lunga il più ricco, dei condannati, che ha registrato profitti record negli ultimi anni (12,58 miliardi di euro per il solo 2006). Il Tribunale, che per la prima volta in Francia ha riconosciuto l’esistenza di un «pregiudizio ambientale» (un principio destinato a fare giurisprudenza), ha stabilito che venissero indennizzate anche alcune associazioni ambientaliste, come la Lega per la protezione degli uccelli, il WWF e Greenpeace.
Inquinati 400 km di costa Il naufragio dell’Erika, che batteva bandiera maltese e trasportava 37.000 tonnellate di olio combustibile, provocò l’inquinamento di 400 chilometri di coste e la morte di oltre 150.000 uccelli marini. Il Tribunale ha anche condannato Total e il Rina a 375.000 euro di multa ciascuno e Savarese e Pollara a 75.000 euro di multa. Per il Tribunale Total, cui apparteneva il petrolio trasportato dall’Erika, non avrebbe dovuto noleggiare la petroliera tenuto conto della sua anzianità di servizio (25 anni) e della «discontinuità della gestione e della manutenzione della nave, mentre il Rina non avrebbe dovuto certificarla e Savarese e Pollara dovevano sapere che le riparazioni compiute sullo scafo dell’Erika alcuni anni prima non avrebbero retto a lungo, come infatti avvenne». La sentenza è stata accolta favorevolmente dal presidente della Vandea, Philippe de Villiers, che era parte civile, e che ha sottolineato il «valore esemplare» della decisione. La Verde Dominique Voynet, che era ministro dell’Ambiente all’epoca del naufragio dell’Erika, ha invece sottolineato il carattere «schiacciante» del verdetto, «in particolare per Total e per il Rina».
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Multe e condanne non servono a nulla contro un disastro ambientale, però non posso nascondere che la notizia mi abbia fatto piacere. Voi che ne pensate? Avrebbero dovuto trovare pene e soluzioni alternative?