questo post nasce in realtà da una mail ricevuta che mi ha veramente scombussolata.
la mail si proponeva di esortare i giovani a non guidare da ubriachi:scorrendo fotogrammi della vita di una ragazza, credo sudamericana, mostrava poi l'incidente accadutole nel 1999, e infine sciorinava una serie di foto dettagliatissime del suo viso sfigurato dal fuoco e del suo corpo monco.
vera o non vera, l'ho trovata allucinante.
il punto? trovo che la rete abbia esasperato una tendenza che, purtroppo, si è sviluppata sin dagli albori del cinema passando poi per la televisione: tendenza ad un modo di proporre l'immagine che ti sbatte in faccia la crudezza della realtà, senza alcun filtro. questo per il solito preconcetto che il realismo esasperato è verità e giustizia, che l'informazione (in tutte le sue forme) è più "correct" se aderisce perfettamente a tale realtà.
io penso che, in tema di filtri, ci siano parecchi miti da sfatare: come la pretesa che essi vadano eliminati; per me è una stronzata colossale dovuta al semplice fatto che gli uomini non sanno assolutamente applicare i filtri giusti all'informazione. tant'è vero che "filtro" è diventato sinonimo di "ammacchio",quando potrebbe essere l'arma più potente per difenderci da certe scempiaggini.
quello che io trovo un "ammacchio" è sbattermi in faccia la sofferenza di qualcuno, lasciando che io ne sia travolta senza peraltro essere coinvolta ad un livello più profondo di quello dei sensi o di quello emotivo: la coscienza.
perchè cosa fanno, questi piccoli e grandi maghi del sensazionalismo, se non assuefarti ad una violenza mostruosa fino ad anestetizzarti, a fartela credere un film?
io credo proprio che ci dobbiamo svegliare, e cominciare ad usare la rete molto più coscienziosamente.
tutti.