VIETAVA ALLA FIGLIA DI FREQUENTARE RAGAZZI: CONDANNATO
Rischia la condanna penale per maltrattamenti in famiglia il padre eccessivamente protettivo che vieta alla figlia di frequentare i ragazzi. Lo sottolinea la Cassazione con una sentenza che ha confermato la condanna penale per il reato previsto dall'art. 572 C.P. nei confronti di Giuseppe C., un papà torinese che aveva impedito alla figlia Caterina, sin da quando aveva 4 o 5 anni, di frequentare persone di sesso maschile. Un padre iperprotettivo che consentiva alla figliola di uscire di casa esclusivamente solo per andare a scuola o per fare la spesa. Per la Suprema Corte, che ha respinto il ricorso di Giuseppe C., che chiedeva una condanna minore per abuso dei mezzi di correzione, un comportamento di questo tipo va condannato più severamente in quanto »non si concilia con le caratteristiche del delitto di abuso dei mezzi di correzione e disciplina, che presuppone un uso consentito e legittimo dei mezzi correttivi, che è, senza attingere a forme di violenza, trasmodi in abuso a cagione dell'eccesso, arbitrarietà o intempestività della misura«. Il padre padrone protagonista della sentenza della Sesta sezione penale, era stato inoltre condannato dal Tribunale e dalla Corte d'appello di Torino (7 dicembre 2004) anche per il reato di percosse, di ingiuria e di minaccia nei confronti della cuginetta della figlia. Ma la Suprema Corte si è soffermata particolarmente sull'atteggiamenti iperprotettivo di questo padre che aveva impedito appunto alla figlia Caterina di frequentare i ragazzi fin da quando era piccolissima.