Macerata, 17 dicembre 2011 – VOLEVA solo accudire la moglie che aveva appena partorito. Ma in ospedale non gliel’hanno permesso. Il motivo? Le compagne di stanza della moglie erano di religione musulmana. E mostrare le proprie nudità a un uomo che non sia il marito è assolutamente vietato. Anche se si tratta del gesto più naturale del mondo come quello dell’allattamento.
Così la “veglia” notturna delle proprie mogli è stato consentito solo ai mariti musulmani. Mentre gli italiani (cattolici) hanno dovuto pazientare. Un episodio che ha del «discriminatorio», termine spesso usato per indicare atteggiamenti non paritari nei confronti di individui o gruppi appartenenti a particolari etnie. Ma questa volta, contrariamente a quanto di consueto si legge, la vittima è un cittadino italiano. Un neopapà.
TEATRO dell’accaduto è l’ospedale di Recanati, reparto neonatale. A raccontarlo è Enrico Marchetti, portorecanatese, la cui cognata nei giorni scorsi ha dato alla luce un bimbo. Un’esperienza meravigliosa per ogni uomo che porta con sé, soprattutto nei primi istanti, la massima voglia di essere accanto alla mamma e al proprio figlio. Il neopapà, infatti, avrebbe voluto assistere la moglie durante le ore notturne, come fanno tanti altri uomini, nelle sue stesse condizioni. Ma gli altri uomini sono extracomunitari e musulmani, religione che impone alla donna di far vedere le proprie nudità solo ed esclusivamente al marito, anche se in ospedale e in camere con altre degenti, italiane.
Di qui, come riferisce Marchetti, la scelta del reparto di far rimanere la notte solo i mariti musulmani e non gli italiani, invitando le famiglie italiane a provvedere per l’assistenza con altri familiari donne. La giustificazione è stata che gli uomini italiani avrebbero potuto vedere le mogli dei musulmani allattare i propri figli, quindi notare le nudità. «Ufficialmente ci è stato detto che tutti gli uomini non potevano fare la notte — riferisce Marchetti — anche se, tra i corridoi, dai dipendenti dello stesso ospedale e da altre degenti è emersa un’altra verità. Di notte i mariti musulmani rimanevano a fare assistenza alle loro mogli, contrariamente al divieto imposto dall’ospedale». Insomma, stando alla ricostruzione della famiglia, il divieto che sarebbe nei per tutti, finisce per essere valido solo nei confronti dei mariti italiani, costrettia rimanere lontani dalle proprie mogli.
«MA COME è possibile — si chiede Marchetti —? Abbiamo dovuto far rimanere con mia cognata una donna e non il marito. Non è giusto che nel nostro paese chi viene detti legge e non rispetti la nostra. Se noi andiamo in paesi musulmani dobbiamo rispettare la loro legge. Perché quando vengono loro nel nostro paese avvengono episodi del genere? E perché l’ospedale permette questo, penalizzando un padre italiano che vuole assistere la propria moglie?».
Mariti italiani discriminati in ospedale a favore dei musulmani | Imola Oggi