CITTA' DEL VATICANO - A poche ore dal naufragio di immigrati a largo di Brindisi, la Chiesa italiana fa sentire la sua voce sul tema dell'immigrazione. Per chiedere, innanzitutto, di "rivedere le quote per gli ingressi in Italia e in Europa, in particolare dai Paesi mediterranei che vivono rivolte e instabilità. Altrimenti avremo altri tragici arrivi". A parlare, ai microfoni di Radio Vaticana, è monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. Il ragionamento, ampiamente condiviso nel mondo cattolico, è chiaro: offrire maggiore possibilità di ingresso legale in Italia per evitare viaggi della disperazione che comunque nessuno riuscirà a fermare.
La linea di Monsignor Perego sull'immigrazione si sviluppa su tre piani: "Credo che occorra lavorare maggiormente per creare dei canali protetti, soprattutto in questa stagione, con la situazione del mare che non sempre è favorevole". "Un secondo lavoro - prosegue - è puntare sulla cooperazione internazionale che, anche alla luce della crisi, si era praticamente azzerata o quasi". E poi, il cuore del problema: "Provare a rileggere anche la modalità con cui entrano gli stranieri in Italia e in altri Paesi in Europa, per dare quote maggiori soprattutto ad alcuni Paesi che in questo momento sono al di là del Mediterraneo e vivono la drammatica situazione di
rivoluzioni e di instabilità". "Diversamente - avverte - potremmo assistere a nuovi arrivi che si risolvono in una drammatica situazione, come per alcuni di quelli che volevano sbarcare in Puglia".
Il tema dell'immigrazione, negli ultimi giorni, è tornato centrale nel dibattito politico. Soprattutto dopo l'intervento del presidente Napolitano a favore della cittadinanza ai bambini nati nel nostro Paese. Progetto che sta a cuore al nuovo ministro della cooperazione Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, uno dei cattolici doc nella squadra di governo targata Monti.
Intervento Cei sugli immigrati "Alzare la quota di ingressi" - Repubblica.it