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La fine del "multikulti" e il nuovo paradigma della cittadinanza

  1. #21
    nestuno
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Quelo Visualizza il messaggio
    Ci sono conventi poveri con frati ricchi e conventi ricchi con frati poveri.
    La Cina ha tutto questo denaro da spendere con cui compra porti container strategici per le sue esportazioni, aziende chiave, e tanto altro perché, sostanzialmente, è un lager dove 1.299 milioni di lavoratori forzati sono sotto il comando di 1 milione di ricchissimi imprenditori e/o politici. In queste date condizioni è facile primeggiare nell'economia. Qualcuno dice che in Cina dovremmo esportare i nostri diritti, il che è giustissimo. Ma se in Cina vivessero con lo stile di vita e i consumi italiani (che sono molto più parchi degli Americani) quel paese da solo utilizzerebbe tutto il petrolio, il gas, il ferro, rame etc. di questo pianeta (e quando dico tutto, intendo tutto). In questo momento solo 200 milioni di Cinesi sono entrati nella macchina produttiva, ce ne sono 1.100 milioni che stanno ancora a guardare. Probabilmente non per molto. Prendiamo l'India (ma vale per tutti i paesi in via di sviluppo): nella prima metà degli anni '60 aveva 365 milioni di abitanti. Ora ne ha 1.200 milioni. Prendiamo l'Egitto: ha 85 milioni di abitanti, 2,5 in più della fertile, ricca e grande Germania, e tutti costoro vivono, uno sopra l'altro, nella strisciolina coltivabile del Nilo. Fossi uno di loro, rischierei anch'io una probabile morte nel Canale di Sicilia, piuttosto di una morta certa per fame a casa mia.




    più o meno quello che intendevo io

  2. #22
    Pesciolino nell'acquario. Half shadow
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 20/7/2008
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    Io mi trovo d'accordo sia con Eurasia che con Wolverine, trovo sbagliato dire che il multiculturalismo sia fallito, ma trovo ovvio anche che l'impegno debba esserci da entrambe le parti, devo dire che della nostra gentilezza effettivamente se ne stanno un pò approfittando e come a casa loro non ci trattino come graditissimi ospiti come al contrario facciamo noi, questo lo devo proprio dire.

    Per il resto per me il progetto dovrebbe continuare, anche se è chiaro che non possiamo fare tutto noi occidentali.

  3. #23
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
    Iscrizione: 28/4/2011
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    Quote Originariamente inviata da Wolverine Visualizza il messaggio
    ...Ma per ognuno di loro ce n'è un altro che viene qui solo per fare i porci comodi suoi, specie nella stessa Italia sapendo che qui la certezza della pena è un'utopia, specie se sei un immigrato e fai gli occhi dolci e sofferenti di fronte ai giudici.
    Non spiccicano una parola nella nostra lingua, si riuniscono sempre e solo fra loro, si appropriano a spizzichi e bocconi di intere zone delle città, occupano con la forza un sacco di case sequestrate o sfitte, e tutto il resto delle cose che sicuramente sappiamo.
    Un freno a QUESTO TIPO di immigrazione va posto...quanto prima e quanto più fermamente possibile.
    Mi dispiace Wolverine, ma, a mio avviso, stai sWalvolando... conosci questo libro?



    "Di tutta la storia della nostra emigrazione abbiamo tenuto solo qualche pezzo. La straordinaria dimostrazione di forza, di bravura e di resistenza dei nostri contadini in Brasile o in Argentina. Le curiosità di città come Nova Milano o Nova Trento, sparse qua e là ma soprattutto negli Usa dove si contano due Napoli, quattro Venezia e Palermo, cinque Roma. Le lacrime per i minatori mandati in Belgio in cambio di 200 chili l'uno di carbone al giorno e morti in tragedie come quella di Marcinelle. I successi di manager alla Lee Jacocca, di politici alla Mario Cuomo, di uno stuolo di attori da Rodolfo Valentino a Robert de Niro, da Ann Bancroft (all'anagrafe Anna Maria Italiano) a Leonardo Di Caprio. La generosità delle rimesse dei veneti e dei friulani che hanno dato il via al miracolo del Nordest. La stima conquistata alla Volkswagen dai capireparto siciliani o calabresi. E su questi pezzi di storia abbiamo costruito l'idea che noi eravamo diversi. Di più: eravamo migliori.
    Non è così. Non c'è stereotipo rinfacciato agli immigrati di oggi che non sia già stato rinfacciato, un secolo o solo pochi anni fa, a noi. «Loro» sono clandestini? Lo siamo stati anche noi: a milioni, tanto che i consolati ci raccomandavano di pattugliare meglio i valichi alpini e le coste non per gli arrivi ma per le partenze. «Loro» si accalcano in osceni tuguri in condizioni igieniche rivoltanti? L'abbiamo fatto anche noi, al punto che a New York il prete irlandese Bernard Lynch teorizzava che «gli italiani riescono a stare in uno spazio minore di qualsiasi altro popolo, se si eccettuano, forse, i cinesi». «Loro» vendono le donne? Ce le siamo vendute anche noi, perfino ai bordelli di Porto Said o del Maghreb. Sfruttano i bambini? Noi abbiamo trafficato per decenni coi nostri, cedendoli agli sfruttatori più infami o mettendoli all'asta nei mercati d'oltralpe. Rubano il lavoro ai nostri disoccupati? Noi siamo stati massacrati, con l'accusa di rubare il lavoro agli altri. Importano criminalità? Noi ne abbiamo esportata dappertutto. "


    L'Orda - Quando gli Albanesi eravamo noi - Gian Antonio Stella (vai al link...)

    Portatelo sotto l'ombrellone, o in torpedone, o dove vuoi tu...


    Ultima modifica di Quelo; 10/8/2011 alle 14:16

  4. #24
    kunoichi
    Utente bannato

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    Quote Originariamente inviata da Quelo Visualizza il messaggio
    Mi dispiace Wolverine, ma, a mio avviso, stai sWalvolando... conosci questo libro?



    "Di tutta la storia della nostra emigrazione abbiamo tenuto solo qualche pezzo. La straordinaria dimostrazione di forza, di bravura e di resistenza dei nostri contadini in Brasile o in Argentina. Le curiosità di città come Nova Milano o Nova Trento, sparse qua e là ma soprattutto negli Usa dove si contano due Napoli, quattro Venezia e Palermo, cinque Roma. Le lacrime per i minatori mandati in Belgio in cambio di 200 chili l'uno di carbone al giorno e morti in tragedie come quella di Marcinelle. I successi di manager alla Lee Jacocca, di politici alla Mario Cuomo, di uno stuolo di attori da Rodolfo Valentino a Robert de Niro, da Ann Bancroft (all'anagrafe Anna Maria Italiano) a Leonardo Di Caprio. La generosità delle rimesse dei veneti e dei friulani che hanno dato il via al miracolo del Nordest. La stima conquistata alla Volkswagen dai capireparto siciliani o calabresi. E su questi pezzi di storia abbiamo costruito l'idea che noi eravamo diversi. Di più: eravamo migliori.
    Non è così. Non c'è stereotipo rinfacciato agli immigrati di oggi che non sia già stato rinfacciato, un secolo o solo pochi anni fa, a noi. «Loro» sono clandestini? Lo siamo stati anche noi: a milioni, tanto che i consolati ci raccomandavano di pattugliare meglio i valichi alpini e le coste non per gli arrivi ma per le partenze. «Loro» si accalcano in osceni tuguri in condizioni igieniche rivoltanti? L'abbiamo fatto anche noi, al punto che a New York il prete irlandese Bernard Lynch teorizzava che «gli italiani riescono a stare in uno spazio minore di qualsiasi altro popolo, se si eccettuano, forse, i cinesi». «Loro» vendono le donne? Ce le siamo vendute anche noi, perfino ai bordelli di Porto Said o del Maghreb. Sfruttano i bambini? Noi abbiamo trafficato per decenni coi nostri, cedendoli agli sfruttatori più infami o mettendoli all'asta nei mercati d'oltralpe. Rubano il lavoro ai nostri disoccupati? Noi siamo stati massacrati, con l'accusa di rubare il lavoro agli altri. Importano criminalità? Noi ne abbiamo esportata dappertutto. "


    L'Orda - Quando gli Albanesi eravamo noi - Gian Antonio Stella (vai al link...)

    Portatelo sotto l'ombrellone, o in torpedone, o dove vuoi tu...


    e allora?

  5. #25
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
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    Quote Originariamente inviata da kunoichi Visualizza il messaggio
    e allora?
    E allora se almeno 30 milioni di nostri connazionali non fossero immigrati in tutto il mondo (commettendo le stesse cose esecrabili che rinfacciamo a chi viene qui da noi) io e te ora mangeremmo solo caccia lepre, crispigno, e altre erbe alimurgiche.


  6. #26
    kunoichi
    Utente bannato

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    Quote Originariamente inviata da Quelo Visualizza il messaggio
    E allora se almeno 30 milioni di nostri connazionali non fossero immigrati in tutto il mondo (commettendo le stesse cose esecrabili che rinfacciamo a chi viene qui da noi) io e te ora mangeremmo solo caccia lepre, crispigno, e altre erbe alimurgiche.

    nessuno lo può dire, forse potremmo essere stati meglio di quello che siamo adesso.

  7. #27
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
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    nessuno lo può dire, forse potremmo essere stati meglio di quello che siamo adesso.
    O sei estremamente giovane, o hai fondi e castelli di discendenza patrizia. Io ho una foto di mamma, zia bambine ed i miei nonni che erano andati a fare delle foto per partire subito dopo la guerra per l'Argentina (non andarono solo perché zia si ammalò di pertosse). Il cosidetto 'miracolo economico' che ha fatto sorgere negli anni sessanta tante piccole aziende nel paese era dovuto in massima parte all'enorme sacrificio di milioni di connazionali che vivevano ammucchiati uno sopra l'altro e mandavano buona parte del loro salario (in valuta pregiata) nel nostro martoriato Paese. Tutti quei soldi erano 'oro', perchè era ricchezza 'netta' che entrava. Ancora a metà degli anni settanta la prima fonte positiva del bilancio dello Stato erano le 'rimesse degli emigranti'. Giusto per fare un esempio: ho un conoscente, in pensione, che nel 1960 andò a lavorare come muratore e poi fabbro in Svizzera: costui ha comperato nella mia città 2 case di 100 mq e si rammarica che, pur averndone il denaro, non ne ha comperate altre due. Facendo un conto della serva, solo lui ha fatto entare in franchi svizzeri l'equivalente di 1.200.000 euro. E se io sono andato all'asilo, alla scuola elementare, media, etc. etc. lo devo in buona parte a lui.

    Giusto per avere un'idea...


    Analisi delle emigrazioni italiane nel mondo (link)

  8. #28
    ineffabile Quelo
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    Quote Originariamente inviata da kunoichi Visualizza il messaggio
    l'ungheria ha modificato la costituzione ed ha ribadito che la terra ungherese è per gli ungheresi e basta. Se c'è lavoro per gli altri va bene sennò fuori .
    Oppure dentro... qui...



    REPUBBLICA: Rom, deportazioni di massa anche in Ungheria 300 persone portate in salvo dalla Croce Rossa - Repubblica.it

    "La denuncia di Amnesty International. Ma il governo di Budapest minimizza e dice: "Non è un'evacuazione, solo una gita pasquale". Si è trattato invece di un vero e proprio salvataggio con diversi pullman scortati dalla polizia, dopo che per tre giorni in una cittadina ungherese a 80 chilometri dalla capitale hanno imperversato le ronde legate al partito di estrema destra Jobbik ("I migliori")"


    Annamo proprio bene...

    La conoscete questa:

    Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
    e fui contento, perché rubacchiavano.
    Poi vennero a prendere gli ebrei
    e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
    Poi vennero a prendere gli omosessuali,
    e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
    Poi vennero a prendere i comunisti,
    e io non dissi niente, perché non ero comunista.
    Un giorno vennero a prendere me,
    e non c’era rimasto nessuno a protestare.




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