Originariamente inviata da
Lucien
No, affatto, per due motivi (ammesso che sia confermata la matrice fondamentalista):
- un primo scopo direttamente pratico dei terroristi è quello di far spendere agli Stati nemici ingentissime somme per la sorveglianza e la sicurezza, causando così danni economici di portata esponenziale rispetto all'investimento iniziale; con diecimila euro di una bombetta qua e là dove meno te lo aspetti, son fior di miliardi di euro che vanno in fumo. Aggiungiamo a questo lo scopo morale, di far sentire insicuri e mandare in paranoia i cittadini, che rinforza lo stesso fine, perché la paranoia collettiva chiede a gran voce, dopo fatti del genere, un poliziotto a metro quadro, ed i politici son ben contenti di accontentarli, potendo dare una stretta alle libertà dei cittadini approfittando dell'emergenza terrorismo. E' anche logico che si tendano a colpire Stati periferici: se un eventuale coordinamento antiterrorismo internazionale prima si concentrava sulle nazioni più a rischio, come la Gran Bretagna, ora dovrà estendere il suo campo di sorveglianza, perdendo così risorse, incisività ed efficacia.
- un secondo scopo, più propriamente morale ma non privo di risvolti pratici: se la Norvegia era davvero un modello di tolleranza, era per questo un obbiettivo prioritario. I destrorsi ed i terroristi islamici si incontrano in un punto: non vogliono l'integrazione, entrambi vogliono le città ghetto e gli immigrati mantenuti a disposizione come servi della gleba, una sub-classe a diritti e salario dimezzato. Perché? Perché fra i servi della gleba ghettizzati è molto più facile reclutare portabombe per la Jihad di quanto non sia farlo in una società in cui tutti hanno pari diritti e nessuna ragione d'andare contro l'ordine che li garantisce.
E' dunque nell'interesse dei terroristi seminare la paura dell'islamico e far evolvere la nostra società verso la xenofobia: i romani chiamavano questa tattica "divide et impera"