Cagliari è la città italiana più cara per le famiglie, Milano e Venezia sono le più convenienti. Nessun errore, è proprio questo il risultato che emerge dall'indagine sul costo di cittadinanza realizzata dalla Direzione Generale per il Mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica del ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con l'Ipi (Istituto per la promozione industriale).
Sotto la lente i servizi pubblici
Il concetto di costo di cittadinanza prende in considerazione una peculiarità del nostro paese: i cittadini sono costretti a ricorrere a fornitori locali per una serie di esigenze fondamentali, senza poter contare su più opzioni sul tavolo Un problema che da tempo attende una soluzione con la prospettata liberalizzazione dei servizi pubblici locali.
Così, passando al setaccio i costi all'interno di 14 centri metropolitani, emerge che una famiglia tipo con un figlio minore di quattro anni che frequenta un asilo nido, un reddito annuo di 36mila euro e un appartamento di proprietà di 80 metri quadri in semi-periferia ha speso mediamente 2.981 euro per usufruire di servizi pubblici essenziali (come trasporti pubblici locali, taxi, prestazioni sanitarie non in convenzione, parcheggi assistenza sanitaria di prossimità, asili nido, raccolta dei rifiuti, fornitura di gas, elettricità e acqua), somma che sale a 3.620 euro se si considerano anche le tasse comunali (Ici e addizionali Irpef).
Cagliari, che salasso
Fin qui la media, mentre se si considerano i dati delle singole città emergono valori molto diversi: da un minimo del -8% rispetto alla media a un massimo del +20%. L'ingrato primato spetta a Cagliari, con un costo medio di 4.140 euro, seguita da Genova (3.864 euro), Palermo (3.797 euro) e Torino (3.721 euro). In cosa alla classifica si trovano, invece, Milano (3.165 euro) e Venezia con 3.274 euro. Roma è poco sopra la media (3.633 euro), Napoli (3.592) e Firenze (3.554) poco sotto. Un risultato sorprendente se si considera che proprio queste ultime due città sono tra le più care su molti altri fronti, a cominciare dalle quotazioni immobiliari.
Sullo studio incidono soprattutto le variazioni relative alle addizionali Irpef, che nel capoluogo lombardo e in quello veneto sono ai livelli più contenuti, oltre che i costi energetici, che toccano il loro picco a Cagliari, dove si sconta il peso della ritardata metanizzazione.
Inoltre il dato di sintesi non consente di dare una risposta definitiva alle esigenze di ogni singola famiglia: infatti non esiste una città che presenti costi contenuti su tutti i fronti. Così Milano presenta prezzi superiori alla media per quanto concerne le prestazioni sanitarie e la Tarsu; Torino batte tutti per il costo degli asili nido, ma è sotto la media per il costo dei servizi idrici; infine Roma presenta costi dei farmaci quasi doppi rispetto alla media, ma rette contenute per i nidi.
Poche variazioni nel tempo
I risultati 2009 non si discostano particolarmente dalle indagini degli anni precedenti e questa è l'ulteriore conferma di un mercato ingessato, in cui latita la concorrenza. Cagliari era risultata la città più costosa già nel 2007 e nel 2008 e anche Milano conferma la posizione dell'anno precedente. Fa eccezione Genova, nel 2007 solo sesta e oggi alle spalle di Cagliari a causa dell'aumento registrato dai costi per la raccolta dei rifiuti, i servizi idrici e le addizionali Irpef. Percorso virtuoso, invece, quello compiuto da Messina, che in due anni passa dal terzo all'ottavo posto (attestandosi sulla media nazionale) grazie soprattutto alla riduzione degli abbonamenti per il trasporto locale.
Servizi, Milano è la città più a buon mercato - Yahoo! Finanza
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