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Un divulgatore informatico e cacciatore di bufale
Siamo seri. Una ragazza morente che detta un messaggio alla mamma a un giornalista che casualmente passa di lì? I medici che dicono ad alta voce "questa ragazza non ce la farà"? Una ragazza ferita a morte che si mette a declamare frasi ad effetto con tanto di punto esclamativo? Suvvia, questi sono dialoghi da telenovela, che sminuiscono la vera tragedia dei tanti morti sulle strade d'Italia e del mondo.
Pubblico questa mini-indagine soltanto perché quest'appello è stato un vero tormentone della Rete e così, avendo scelto il mestiere di detective antibufala, mi tocca parlarne (sì, sì, ho voluto la bicicletta e adesso pedalo). L'appello non contiene alcuna indicazione utile a verificarlo. Non dice né luogo, né data, né nomi delle persone ipoteticamente coinvolte. In queste condizioni, c'è ben poco su cui indagare. Non ho alcuna notizia di un giornalista a cui sia capitato un episodio del genere e che ora sia impegnato in una campagna contro l'ubriachezza al volante. Tutto quello che posso dire è che sulla base della totale implausibilità strappalacrime delle frasi attribuite alla ragazza, è praticamente certo che sia una bufala, nel senso che la situazione descritta è un parto della fantasia. Dico "praticamente certo" soltanto per scrupolo, perché formalmente non posso dimostrare il contrario, ma credo che ci siamo capiti.
Vera o falsa, la storia potrebbe avere comunque un valore sociale: il messaggio di non bere quando si guida è comunque socialmente utile. E' da vedere se però il messaggio, confezionato in questa maniera talmente straziante da diventare patetica, verrà recepito o invece ignorato perché stucchevole. Ho tanto l'impressione che chi è così cretino da guidare dopo aver bevuto si ritenga infallibile al volante e quindi quest'appello finisca per non essere ascoltato proprio da chi dovrebbe prestargli attenzione.
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