“Io, drogata di aborti” La vicenda shock di Irene Vilar, scrittrice portoricana: 15 gravidanze interrotte in 15 anni
Irene Vilar sa che la sua è una storia destinata a suscitare disagio e orrore: nel libro “Scritto col mio sangue”, Corbaccio, racconta i suoi 15 aborti in 15 anni, frutto di un amore malato tra lei, 17enne portoricana ambiziosa che a New York si innamora del professore di 50 anni narcisista che non vuole figli e ama solo donne giovani. La sua ribellione a un rapporto squilibrato si esercita sul corpo, “dimenticando” la pillola, restando incinta, vivendo in solitudine l'euforia della maternità per interromperla temendo di perdere il suo uomo. Finchè la nevrosi si spezza, e Irene riesce a ricostruirsi una vita e, soprattutto ad avere due bimbe da un nuovo compagno.
Non appena uscito il suo libro, lei è stata minacciata di morte dalle associazioni pro life. Ma certo la sua testimonianza crea imbarazzo anche al fronte pro-choice, abortista
Molte persone hanno combattuto per ottenere un diritto, quello all'aborto, di cui io ho abusato. Ma questo non può essere un argomento per limitare questo diritto. Dove è vietato, come in America latina, il tasso di abortività e di mortalità conseguente è altissimo.
Una storia come la sua però dà buoni argomenti a chi teme che l'aborto venga banalizzato, come qualcuno pensa in Italia con l'uso della Ru486
Io racconto una malattia, come la bulimia, un abuso che io ho esercitato sulla mia capacità riproduttiva. Una sindrome, quella degli aborti ripetuti, che purtroppo tocca molte donne e di cui si tende a non parlare, anche se ora comincia ad essere studiata. Quanto alla Ru486 non banalizza ma permette un intervento molto precoce, al contrario dell'aborto chirurgico, che si può fare solo alla sesta settimana.
Forse si dovrebbe parlare più di contraccezione.
Sì, anche se io sapevo come proteggermi ma non lo facevo. Nel mio libro mi sono assunta le mie responsabilità, senza nascondermi. Resta il fatto che gli incidenti succedono. Tanto più in una società ipersessualizzata come la nostra. Ho visto la vostra tivù, zeppa di donne seminude e “disponibili”. I messaggi sono questi e bisogna prendersi il pacchetto completo. Con tutte le conseguenze, aborto compreso
(metro)
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è colpa della società e dei modelli che propone o la responsabilità del singolo che non si sforza di trovare modelli piu etici di quelli proposti ?
Vittima o canefice?
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