Montecchio, una preside si ribella e invita tutti a condividere il pasto. Contro gli inadempienti le minacce sono state trasformate in precise disposizioni
MONTECCHIO MAGGIORE (Vicenza) — Pasta alla zucca, hamburger, insalata e frutta. Il menù delle mense delle scuole dell’infanzia, delle elementari e delle medie di Montecchio Maggiore ieri è stato assicurato a tutti (con le variazioni del caso per chi non può mangiare qualche pietanza), tranne ad alcuni alunni che si sono trovati sopra il tavolo una pagnotta e dell’acqua. Sono i figli di chi, pur sollecitato più volte, non ha pagato per un anno o più la retta per la refezione scolastica al Comune.
Così, per 9 bambini da ieri è scattata la sospensione dalla mensa, che verrà ripristinata non appena le famiglie avranno provveduto a versare il dovuto al Comune. Qualcuno, comunque, dovrebbe essere riuscito a mangiare qualcosa in più, grazie alla «collaborazione» dei compagni. «Abbiamo richiesto i pagamenti arretrati e la consegna dei moduli in molti modi - specifica l’assessore all’Istruzione di Montecchio Barbara Venturi - e abbiamo anche posticipato i tempi, da settembre al 15 marzo. Prima abbiamo contattato gli inadempienti al telefono e poi sono andati direttamente i vigili a consegnare a mano una raccomandata di sollecito».
Nonostante questo, ancora 28 persone ieri non avevano restituito il documento che serve per iscrivere l’alunno al servizio mensa e di questi 9, di cui 2 italiani e 7 stranieri, risultano in ritardo nel pagamento delle rette degli anni scorsi. «C’è una famiglia - precisa Venturi - che non paga la mensa dal 2002». Il primo giorno di "dieta" per quei bambini, però, è stato un po’ alleviato dai compagni. Almeno al comprensivo 1. «Ho invitato gli insegnanti - spiega la dirigente Anna Maria Lucantoni - a far condividere il pasto ai bambini che hanno solo pane, spesso c’è chi non mangia tutto ». La preside non sembra essere d’accordo con l’iniziativa del Comune: «E’ inutile che facciamo cittadinanza attiva, noi abbiamo un progetto di riciclo di pane e frutta già in atto per educare al consumo consapevole. Trovo che dare un pezzo di pane sia dispregiativo, avrei preferito che venisse detto di arrangiarsi e avremmo raccolto noi qualcosa».
L’amministrazione, guidata da Lega e Pdl, tuttavia ha avvisato più volte del problema, appendendo anche cartelli in più lingue, visto l’alto tasso degli stranieri in Comune. E da fine febbraio a ieri è riuscita a recuperare buona parte dei 155mila euro mancanti dalla casse e dovuti da chi ha avuto accesso dal 2005 al 2009 alla mensa delle scuole castellane. Già a metà marzo il numero degli inadempienti era sceso a una cinquantina di persone, fino a rimanere ai 9 conteggiati ieri. «Rispetto ai numeri comunicati in precedenza dal Comune - commenta Sergio Cracco, dirigente del comprensivo 2 - mi sembra una gran risultato. Io sono favorevole a portare a conoscenza le famiglie della dovuta regolarizzazione, ma sul pane no: i ragazzini non hanno colpe».
L’assessore Venturi dichiara, tuttavia, che ieri non sono arrivate lamentele dalle scuole. «Non è giusto nel rispetto di chi ha problemi economici e ugualmente versa la cifra, non saldare il debito». In Comune, per chi non potesse permettersi di pagare i 3,95 euro del pasto, sono previste delle agevolazioni o riduzioni, e qualche settimana fa l’assessore Venturi aveva puntualizzato: «Le risorse del Comune sono di tutti e non possiamo tollerare il perdurare di questi comportamenti, peraltro non dettati da situazioni contingenti bensì espressione di un preciso atteggiamento di omissione». Critico è Davide Del Sale, genitore membro del consiglio d’istituto del comprensivo 2, nonché segretario locale del Pd: «Si potrebbe risalire a chi non paga senza dover infierire sui ragazzini, prima dei vigili si potrebbe mandare a casa l’assistente sociale. Il problema è capire perché non vengono dati i soldi, per esempio se è per motivi economici».
I genitori non pagano la mensa nove bambini a pane e acqua - Corriere del Veneto