Da almeno 15 anni in questi locali vengono vendute e consumate legalmente le droghe derivate dalla Cannabis. Lo ha annunciato il direttore dell'Ufficio Onu contro droga e crimine: "Amsterdam dovrà uniformarsi ad una decisione dell'Ue sul contrasto della diffusione degli stupefacenti"
I "bar" dove da almeno 15 anni vengono vendute e consumate legalmente le droghe derivate dalla Cannabis, verranno chiusi in tempi stretti: lo ha deciso il governo olandese, secondo quanto ha riferito stamani Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazione Unite contro la droga e il crimine (Unodc), alla IV Conferenza nazionale contro la droga di Palermo. Il direttore dell'Unodc ha aggiunto che ora l'attenzione è puntata sugli 'smart shop'. Già ieri il ministro della giustizia, Roberto Castelli, aveva accennato alla decisione del governo olandese, costretto a uniformarsi a una deliberazione presa dall'Unione Europea nel corso del semestre di presidenza italiana. I coffee shop, ha spiegato Costa, "violavano le convenzioni internazionali, il rifornimento della merce, inoltre, avveniva attraverso canali illegali". Ora l'attenzione degli organismi internazionali e dei singoli Paesi si sta appuntando, ha riferito il direttore dell'Unodc, sui cosiddetti smart shop, quei negozi cioè che vendono prodotti di erboristeria che possano talvolta sconfinare in sostanze farmacologiche, come ad esempio la 'salvia divinorum' un farmaco psicotropo ad effetto allucinogeno.
Già da tempo, ha riferito Costa, in Olanda si era registrata una consistente diminuzione del numero di coffee shop, che dai circa 1.700 dei "tempi d'oro" sono scesi a circa 700. Anche la quantità massima di cannabis vendibile legalmente in questi caffè è scesa da 5 a 3 grammi.
Molti gestori di coffee shop, ha riferito sempre Costa, cominciano a considerare l'affare antieconomico, in quanto molta gente preferisce rifornirsi sul mercato illegale perchè i prezzi sono più bassi.
Inoltre il governo olandese - ha spiegato ancora Costa - ha imposto un sistema fiscale che ha reso la vita difficile ai gestori. Non solo. Negli ultimi anni i coffee shop sono stati allontanati dalle scuole, poi dai parchi.
Sono stati stabiliti anche gli orari di apertura e chiusura. Insomma, oggi gestire un coffee shop in Olanda è antieconomico.
Per questo il governo ha deciso la chiusura, considerandolo un esperimento fallito. Anche altri Paesi europei come la Svezia, ha riferito il direttore dell'Unodc, hanno fatto o stanno facendo un'inversione di tendenza rispetto alle politiche sulla droga.
Ora, quindi, l'attenzione si sta concentrando sugli smart shop, ma anche sulla vendita di sostanze stupefacenti via internet, talvolta "mascherate" da un volto innocuo, come ad esempio alcuni tè alle foglie di coca non cocainizzate.
Un mercato, secondo Gilberto Giarre, responsabile dell'Osservatorio nazionale sulle tossicodipendenze, che sta assumento proporzioni sempre più preoccupanti: "Negli Stati Uniti - ha riferito - la vendita on line ha forse superato il mercato tradizionale di vendita delle droghe".
http://www.panorama.it/europa/capita...-A020001033921
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