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La nostra età ( geocronologica )

  1. #1
    FdT-dipendente
    Uomo 37 anni da Roma
    Iscrizione: 13/4/2006
    Messaggi: 1,814
    Piaciuto: 1 volte

    Predefinito La nostra età ( geocronologica )

    Nota:Chiedo anticipatamente scusa ai geologi per l'uso improprio della parola "età"; di contro pero, dovete apprezzare il fatto che non ho detto "era" che sarebbe stato ben più improprio!


    In effetti, il lasso di tempo che vorrei analizzare insieme a voi è di gran lunga inferiore ad un'età geocronologica, anche ad un crono se é per questo; più che altro mi interessa discutere dell'ultimo mezzo secolo, insomma, del periodo di tempo che, causa una serie di fortunatissime e del tutto improbabili coincidenze genetiche NOI, proprio noi, ci troviamo a vivere più o meno da protagonisti.
    Per essere più chiari usiamola questa parola inadatta( paradosso, primo di una lunga serie): Era! Parliamo dell’ ”era” che viviamo. Della società che in quest’era è venuta a crearsi, a imporsi, a dettare silentemente regole non-scritte.

    Società: gruppo più o meno ampio di uomini uniti da tradizioni, convezioni, usi e costumi comuni, considerati in rapporto a un territorio o a un epoca:la-… Dal grande dizionario Garzanti edizione: trascurabile

    Postulando la suddetta come definizione di “società” vorrei, insieme a voi, cercare di descrivere l’”attuale”, la “nostra”.
    La società alla quale abbiamo il privilegio di appartenere è( con tutto il bagaglio semantico che le varie accezioni delle parole a seguito, posseggono): civile, avanzata, occidentale, benestante, multietnica, spesso è “per azioni”, ma soprattutto, a mio avviso, è paradossale.

    .
    .
    .

    Del tutto inutile continuare da solo, se volete, parliamone.


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  3. #2
    LimiteEsente
    Ospite

    Predefinito

    Secondo me è allarmante il fatto che proprio questi ultimi anni oltre a sottolineare l'importanza dell'essere umano in quanto creatore di se stesso e del suo vivere, abbiano in qualche modo tirato fuori la consapevolezza d'esser proprio l'essere umano un creatore ed allo stesso tempo un carnefice. Mi spiego meglio: Si va avanti creando illusioni (a volte tangibili)di vita planetaria duratura (rif. alla terra) ma allo stesso tempo si mette a rischio quest'ultima causa irresponsabilità dei molti verso la natura. Personalmente penso sia diventato un gioco al massacro quello del cercar d'andare avanti più possibile, sacrificando troppo. E ciò che descrive meglio quest'"era" come la si vuol chiamare è proprio l'irresponsabilità, ma era palese succedesse, è arrivato troppo potere tutt'assieme nelle mani di piccole mani. L'uomo...

    Non sa gestirsi, figuriamoci gestire l'evoluzione di un pianeta.

  4. #3
    FdT-dipendente
    Uomo 37 anni da Roma
    Iscrizione: 13/4/2006
    Messaggi: 1,814
    Piaciuto: 1 volte

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da LimiteEsente
    ... cercar d'andare avanti più possibile, sacrificando troppo...
    Mi scuso se mi sono permesso una censura potente, ma trovo in questa frase uno spunto particolarmente interessante.
    Uno dei paradossi che avrei voluto citare; ed è uno dei più massicci a mio avviso: lo sviluppo insostenibile.

    Mi piacerebbe approfondire il discorso, ma non vorrei annoiare nessuno, quindi, a meno di ulteriori partecipanti, la chiuderei qui.

  5. #4
    Sempre più FdT
    Iscrizione: 1/4/2005
    Messaggi: 3,368
    Piaciuto: 2 volte

    Predefinito

    Credo che l'epoca in cui viviamo sia agli estremi, per quanto riguarda la disuguaglianza sociale, ricchezza e povertà, tecnologia (ovviamente) e arretratezza tecnologica (meno ovvio..), disfacimento umano e ambientale come mai nella storia.
    A noi sembra una cosa ovvia, ma non dovrebbe essere così. Ed è così, è di fronte agli occhi di tutti che è così.
    Abbiamo la consapevolezza che la nostra tecnologia e le nostre riserse possono permettere a tutta la popolazione mondiale un livello di benessere mai visto, ma accettiamo il fatto che non sia così.
    Quando si parla di sviluppo sostenibile, non si dovrebbe parlare solo del concetto che esprimono queste due parole a livello di teorie e pianificazioni economiche sociali industriali e tecnologiche, ma si dovrebbe parlare anche di ciò che pensa la gente, di come vede il mondo.
    E una visione del mondo come quella attuale in cui sia comunemente accettato che la ricchezza e il benessere sia nelle mani di pochi, e che per quella ricchezza e quel benessere di pochi si comprometta il futuro di molti, non può essere accettata.
    Non ha senso sostenere lo sviluppo sostenibile nelle scuole ad esempio, e poi lasciare che si pubblicizzino le grandi corporazioni che sono le principali fautrici di uno sviluppo non-sostenibile.
    Questo è un grande paradosso secondo me: parlare di sviluppo sostenibile, e tornare a casa accendere la televisione e ritrovarsi a vedere la pubblicità delle 'grandi marche', 'che ti accompagnano per la vita' -.-

    Non so se questo è un discorso in linea con l'indirizzo del topic, mi sembra di si.. Altrimenti non ho capito..

  6. #5
    LimiteEsente
    Ospite

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da chaoz
    Mi scuso se mi sono permesso una censura potente, ma trovo in questa frase uno spunto particolarmente interessante.
    Uno dei paradossi che avrei voluto citare; ed è uno dei più massicci a mio avviso: lo sviluppo insostenibile.

    Mi piacerebbe approfondire il discorso, ma non vorrei annoiare nessuno, quindi, a meno di ulteriori partecipanti, la chiuderei qui.

    Per me la chiave è proprio il nostro paradossale retrocedere avanzando. Su questo mi sprecherei volentieri...

    Intatta la sensazione che l'uomo si senta più grande (anche singolarmente)di quant'e. E qui andrei off topic continuando

  7. #6
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 38 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
    Messaggi: 43,734
    Piaciuto: 2786 volte

    Predefinito

    Io invece credo sia cambiato meno di quanto si pensi, nella società umana nel suo complesso.

    Dico questo perchè la competizione e la smania di andare avanti è sempre stata presente nei nostri cuori, in misura più o meno grande. Ciò che è cambiato nell'ultimo secolo è solo il modo di portare avanti tutto ciò, e la sua rapidità. E' infatti ampiamente riconosciuto che il Novecento, e in particolare la sua seconda metà, sia l'epoca in cui si è raggiunto il miglior rapporto "tempo - quantità di innovazioni". Ma il concetto di fondo non è mai cambiato: competizione e smania di progresso, siano essi un bene o un male.

    Personalmente, proprio per questi sopra-citati motivi, vedo lo sviluppo insostenibile come un qualcosa di inevitabile, per quanto brutto sia da dire e da sentirsi dire. Chi ha, difficilmente vuole condividere, se non in piccola o anche minima parte

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