Solo io penso che in questa cosa l'unico figo sia il prof. di Filosofia che piglia per il culo una classe intera e magari si spacca dalle risate pensando a loro che cercano di rispondere?
Pare di no, data la risposta di Jo, anche se a parer mio personale pensi male.
Se rileggi la mia risposta nella prima pagina della discussione ti renderai conto che in queste due domande c'entra poco la filosofia.
Un rapido corso di linguistica generale non solo lo prova, ma aiuta a chiarire ogni incertezza.
Questo porterebbe inevitabilmente a pensare che quel professore sia tutt'altro che "figo", di conseguenza.
Se vivessimo di presente non esisterebbero l'insegnamento, il sacrificio, la speranza, la ricerca e molto altro ancora.
Non mi piace molto filosofeggiarci giu, ma se possiamo dare un senso condiviso al suono ben venga la parola.
Il problema è quando ne abusiamo all'inverosimile, sia dei tempi, sia delle parole.
Le parole hanno un senso perchè l'uomo gliel'ha attribuito. Se dico "penna" tutti capiscono quello che sto dicendo perchè qualcuno prima di me ha detto che quell'oggetto che serve per scrivere si chiama "penna". Se al momento dell'invenzione della penna avessero deciso di chiamarla "dgfjn" oggi se chiedessi una "dgfjn", tutti mi darebbero una penna.
Per la prima domanda, il passato è diverso dal presente perchè sono diverse le persone e le cose che vivono in momenti ed epoche differenti; l'uomo si evolve, la tecnologia avanza e quello che è accaduto, sarà siceramente diverso da quello che accadrà. A meno che non si fermi il mondo.