Discussioni aiuto:Manuale di stile/Preposizioni davanti agli articoli determinativi dei titoli
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Preposizioni davanti agli articoli determinativi dei titoli di film, opere, romanzi... [modifica]
cb La discussione proviene dalla pagina Wikipedia:Bar/Discussioni/Preposizioni davanti agli articoli determinativi dei titoli di film, opere, romanzi...
– Il
cambusiere Nemo 19:49, 24 mag 2010 (CEST)
Scrivo qui perché, essendo un problema che riguarda diversi progetti, sarebbe lungo e poco pratico proporre la discussione in tutti i bar tematici. Il problema è questo:
qui mi è stato segnalato che ultimamente l'
Accademia della Crusca si è messa a fare le bizze riguardo alle preposizioni articolate davanti ai titoli di opere dell'intelletto (film, romanzi e compagnia bella). L'affermazione era stata provocata da un mio rollback con relativo avvertimento nella talk dell'IP nella pagina dedicata a
Wilma Lipp, cantante lirica, dove l'IP in questione aveva sostituito le espressioni "ne
Il barbiere di Siviglia" e "ne
Il ratto dal serraglio" con "nel
Barbiere di Siviglia" e "nel
Ratto dal serraglio", modifica che io avevo prontamente rollbackato, forte delle regole insegnatemi finora. Ora, da come mi è stato spiegato dall'IP, i Cereali hanno stabilito che o si dice "nel
Il barbiere di Siviglia" o si dice "nel
Barbiere di Siviglia". Ho un paio di perplessità:
- La motivazione fornita, sempre secondo l'IP, mi convince poco: questo perché nella lingua Italiana non esiste nessuna parola "ne". Il ne, secondo il Devoto-Oli (mia Bibbia), esiste eccome, come forma tronca delle preposizioni articolate nel, nello, ecc.
- La prima versione proposta dall'Accademia è, a mio avviso tautologica: l'articolo c'è già, perché raddoppiarlo? Comunque è la più logica delle due, in quanto in effetti si può dire che l'articolo c'è (ma fa parte del titolo, e quindi si riferisce al Barbiere, non all'opera).
- La seconda versione, IMHO, è eticamente sbagliata: viene infatti mutilato il titolo dell'opera per semplici esigenze espressive.
- Va considerato comunque che l'IP non ha citato fonti a sostegno della sua tesi, e comunque io ho optato per WP:Buona fede.
Le questioni che pongo sono: le affermazioni suddette sono attendibili o no? Se sì, è il caso di modificare la convenzioni dei singoli progetti o è meglio agire su quelle generiche? --
Bondforever, RSVP 20:10, 20 mag 2010 (CEST)
Parliamone dopo aver letto il testo ufficiale in cui l'Accademia della Crusca consiglia quanto sopra... se esiste --
Bultro (
m) 20:57, 20 mag 2010 (CEST)
Fatto. Eccesso di foga nel salvataggio della discussione,
mea culpa. In breve: i Cruscanti consigliano l'uso della
soluzione che riproduca più fedelmente la pronuncia e che è più facile ad essere applicata da tutti. Problema 1 risolto: non era molto esatta come affermazione, a quanto ho trovato io. Problema 2: alla luce di questo, diamo delle linee guida (previa ricerca di consenso,
ça va sans dire) per stabilire una norma comune (ciò per cui propendo io: meno opinabile di un "liberi tutti") o lasciamo carta bianca (magari tra alcune opzioni ben specifiche), chiedendo, come altre volte, solo l'omogeneità all'interno della voce? --
Bondforever, RSVP 22:11, 20 mag 2010 (CEST) Consiglio la lettura del lemma
ne del
DOP.
ersOnLine" target="_blank">PersOnersOnLine" target="_blank">Line 23:58, 20 mag 2010 (CEST)
Segnalo a latere che nei titoli di opere d'arte (titoli prima del XVIII secolo) abbiamo risolto abolendo gli articoli, vedi
Aiuto:Convenzioni di nomenclatura/Convenzioni di nomenclatura opere d'arte (così ho approfittato x segnalare al bar la nuova pagina di aiuto)
) --
OPVS SAILCI 11:43, 21 mag 2010 (CEST) Onestamente non vedo l'affinità: l'esempio portato si riferisce ai titoli convenzionali dati a opere di cui esistono numerose "versioni", indipendenti l'una dall'altra. Non vedo come questo si possa riferire a opere uniche (romanzi, film...) o a opere (
scil. liriche) composte da autori che generalmente le hanno portate in scena di persona (vedi Mozart) e ne hanno scelto il titolo. Che poi siano portate in scena tutt'ora da registi diversi, non fa differenza: le opere liriche sono basate su musiche fisse e su libretti altrettanto invariati, per la
Madonna col Bambino non esiste una prima
Madonna col Bambino da cui
tutti gli scultori successivi hanno preso spunto. Spero di aver reso bene il mio punto di vista. Secondo me gli articoli andrebbero tenuti nel titolo. Devo poi ammettere che non ho una soluzione per l'uso della preposizione (non sarei qui, altrimenti). Breve parentesi: IMO giudicare il
ne addirittura ridicolo è un POV un po' forte per un vocabolario, che dovrebbe dare delle motivazioni più oggettive. Chiusa parentesi. In ogni caso, va comunque trovata una soluzione, anche solo integrando le indicazioni della pagina citata da Sailko. Considerando, ovviamente, come soluzione anche un non luogo a procedere. --
Bondforever, RSVP 14:06, 21 mag 2010 (CEST) Eh, scusate, non sono stato chiaro, la pagina si riferisce solo alle discipline del
progetto:Arte, quindi pittura, scultura e affini, per la musica, la letteratura rivolgetevi ai relativi progetti, è ovvio che non si tratta di un criterio universale ma specifico. --
OPVS SAILCI 14:35, 21 mag 2010 (CEST) Non sono d'accordo: dato che la problematica riguarda svariati progetti, penso sarebbe meglio se tutti i progetti che presentano questo problema avessero (o anche se nessuno di essi, dopo averne discusso, l'avesse, ho proposto questa discussione proprio per vedere se ce n'era bisogno) una linea guida/convenzione di nomenclatura comune. L'importante è il consenso, anche se poi quest'ultimo fosse per l'anarchia o per un neologismo: la comunità avrà voluto così. Troppo patriottico? ;-)
--
Bondforever, RSVP 14:52, 21 mag 2010 (CEST) Il principio è comunque generale: le opere di mozart, che citavi, hanno un "titolo", quando invece sono indicate solo x soggetto (es. Sonata per clavicembalo ecc.) non va usato l'articolo (es. "La sonata x clavicembalo"). Lo stesso vale per le opere di letteratura, dove i titoli sono esistiti da sempre.. cmq nn vorrei andare troppo OT dall'argomento inziale. --
OPVS SAILCI 15:00, 21 mag 2010 (CEST) Buona idea: rientriamo. Tu cosa consiglieresti in merito alle preposizioni? Se non sbaglio la convenzione già citata non ne parla. Ci ho pensato e ti do ragione: avevo frainteso la questione dei titoli.--
Bondforever, RSVP 17:02, 21 mag 2010 (CEST) Il Serianni (Italiano, IV, 84, p. 133; anche p. 579), pur ammettendo la difficoltà e riconoscendo che non si ha ancora una soluzione condivisa, suggerisce «di fondere sempre preposizione e articolo iniziale (almeno per i titoli), come si fa parlando», limitando la separazione di preposizione e articolo ai soli casi davvero necessari. Sulle forme staccate, però, mi pare opportuno il suo distinguo: nel caso di "ne" (
ne I Promessi Sposi) si sta ricorrendo ad una «forma puramente artificiale; infatti,
nel e
nei derivano dal latino (I)N ĬLLUM e (I)N ĬLLI: la
e appartiene quindi all'articolo (lat. ĬLLUM, ĬLLI), non alla preposizione (
ne il introduce inoltre un inopportuno distacco fra grafia e pronuncia)». Da evitare, quindi. --
Alec (
msg) 18:14, 21 mag 2010 (CEST)
Credo che si possa senz'altro indicare in
Aiuto:Manuale_di_stile#Norme_della_lingua_italiana che la forma unita (come nella pronuncia) è decisamente preferibile, nei termini spiegati dalla Crusca e da Serianni nonché dal DOP, vista l'unanimità delle massime autorità. --
Nemo 20:35, 21 mag 2010 (CEST) Sì... sulla Spezia e l'Aquila si faceva di già... --
OPVS SAILCI 21:04, 21 mag 2010 (CEST)