temo che al giorno d'oggi il discorso sia rovesciato: si tende a ritenere più "uomo di cultura" chi studia scienza che un umanista. almeno da me, le lettere e le arti sono assai sottovalutate. se dicessi in giro di essere iscritta a Biologia o Matematica otterrei molti sguadi di ammirazione, ma quando rispondo "Arti Visive e Spettacolo" mi becco facce da "ah, non fai niente tutto il giorno" che si ricompongono solo davanti ad un "è un ramo di architettura". stessa cosa quando dicevo "sono a tecniche artistiche e dello spettacolo, ramo di Lettere" ma veniva preso ancora meno sul serio.
ciononostante la mia opinione è che la cultura è l'insieme delle conoscenze pratiche e teoriche che, assieme alle capacità della persona in questione [intuizione, elasticità mentale, pensiero laterale], sono coefficenti dell'intelligenza, e quindi del vivere bene, saper svolgere un lavoro e migliorare la propria vita.
condivido il fatto che tu abbia fatto notare come, in molti personaggi, i lembi solitamente considerati opposti della cultura si uniscano, e mi sembra fondamentale lo dice una che studia Arte, ma negli ultimi anni ha giocato con sistemi informatici, geometria, diritto di pratiche artistiche, biologia matematica [Thompson -.-], illuminotecnica. come i fotografi pionieri non potevano non essere chimici, come Van Eyck doveva essere chimico, come Vesalio doveva essere un po' medico e Sabbatini sia architetto, sia matematico, così uno scienziato non può non essere anche umanista. la cultura è anche completarsi il più possibile in quel che si fa, ed a questo serve, fra l'altro, la curiosità.