Buongiorno a tutti, mi sono iscritto al forum solo per questo messaggio che vi sto lasciando che sarà lungo e complicato, ma ho bisogno di confrontarmi con più persone possibili.
Per capire l'argomento che sto per iniziare devo prima raccontarvi a grandi linee un pezzo della mia storia, in modo che le risposte oltre che generiche possano anche essere mirate alla risoluzione del mio dilemma.
Nella mia vita conosco molte persone: alcuni sono i classici conoscenti, che si incontrano per strada, ci si scambiamo le classiche battute di circostanza, ci si promette di organizzare ma in realtà sia tu che loro danno precedenza (giustamente) ai rapporti più stretti, con la conclusione di non vedersi quasi mai. CI sono poi gli "Amici dei fine settimana", quelli che ti stanno simpatici, che fanno parte in qualche modo del gruppo di persone con cui esci, persone a cui porti rispetto e che vedi volentieri in circostanze "leggere", con cui ridi e scherzi ma con le quali raramente parli dei tuoi problemi, amici che finito il weekend non vedi per magari una o due settimane e che si fanno vivi solo al venerdì. Infine ci sono gli amici stretti, che possono essere i migliori amici, i tuoi "fratelli" o "sorelle", insomma quelle persone con cui hai un rapporto che è più su di una amicizia, persone con le quali passi momenti leggeri e difficili, dalla serata in discoteca a fare la spalla su cui piangere (oppure a piangere sulla loro).
Quest'ultima categoria è quella in cui nasce il mio dilemma.
Ho la fortuna di poter contare su non solo uno ma ben 4 "migliori amici". (lo metto tra virgolette perchè il termine migliore amico mi sa tanto di asilo nido, io li considero miei fratelli).
Per riuscire a capire di chi parlo uso i loro nomi abbreviati: Gae, il mio amico storico nonchè persona con cui mi confido di più e con cui in quasi 8/9 anni di amicizia non ho mai avuto particolari litigi o incomprensioni. Edo, ragazzo che conosco da quando avevo 14 anni, solo negli ultimi 2 ci siamo avvicinati e nonostante abbiamo due caratteri e due punti di vista al'opposto, ci vogliamo bene e parliamo spesso, confrontandoci. Tia, migliore amico anche di Edo (storico), la persona da cui nasce il dilemma, che conosco da quando conosco Edo, anche con lui ci siamo avvicinati molto negli ultimi 2 anni, condividendo insieme molto momenti indimenticabili, e abitando vicini passando molto tempo insieme. Anche lui ha un carattere molto diverso dal mio ma fino ad oggi non ci sono mai stati problemi insormontabili. Ed infine Ema, l'ultimo arrivato, che conosco da un anno e che a discapito di ogni aspettativa, si è rivelato molto più "leale" di tanti altri.
Tenete presente che il "problema" è Tia, con il quale ho scelto di tagliare i ponti qualche giorno fa perchè, a mio avviso, e confrontandomi anche con altri miei amici, ha un modo di comportarsi maleducato e irrispettoso nei miei confronti. Purtroppo è difficile racchiudere in poche righe quello che voglio dire ma fidatevi, sto cercando di essere più conciso possibile.
TIa e Edo sono cresciuti insieme e (purtroppo a mio avviso) hanno lo stesso modo di vedere le cose e di pensare, proprio perchè secondo me, hanno passato molte fasi della vita insieme. Tuttavia molti di questi modi di vedere e pensare funzionano tra loro due ma il resto del mondo (secondo me) "funziona" in un altro modo, e confrontandomi con altre persone, ne ho avuto riconferma, ma sono miei amici, quindi potrebbero essere influenzati dal mio giudizio.
Ora veniamo al punto madre dal quale aprire la discussione: su cosa si basa l'amicizia dei "migliori amici"?
Quali sono le "regole morali" da rispettare per far si che l'amicizia sia così speciale?
VI illustro il mio punto di vista
Un'amicizia importante come quella fra "migliori amici" segue secondo me molte regole dell'amicizia in generale, ma con alcune aggiunte.
L'amicizia nasce intanto da un feeling, uno stare bene in compagnia, dall'avere un'attrazione verso l'altra persona per un qualche motivo, che può essere una conoscenza comune sia fisica che intellettuale, un interesse, o vedere il completamento della propria personalità, magari laddove uno è impulsivo l'altro è calmo e razionale e insieme riescono a "completarsi". A trarre vantaggio l'uno dall'altro.
Nell'amicizia ci deve essere rispetto, sincerità e altruismo.
Nel rispetto tengo a sottolineare che, se veramente si considera una persona il proprio migliore amico, non dovrebbe mai neanche passare per la testa il fatto di sminuirlo di fronte agli altri o comunque insultarlo senza ragione, sincerità per spiegare, ad esempio, perchè non ci si possa essere ad un determinato evento invece che dire solo non ci sarò. Nel rispetto ci sono tanti esempi che potrei fare ma eventualmente li scriverò man mano.
L'amicizia è compiere dei gesti per far capire alla persona che ci tieni davvero, che lo consideri una persona importante e insostituibile. Come passare a salutare al lavoro quando si passa nei paraggi del suo ufficio (lavoro permettendo, io parlo per la mia situazione), scrivere all'amico quando si ha magari un pomeriggio libero dal lavoro cercando un momento per vedersi, anche mezzora per un caffè, oppure sapendo che l'amico sta male passare 5 minuti a trovarlo e dargli un abbraccio o farlo sorridere.
TUtto questo lo si fa perchè è bello, ma la cosa deve essere reciproca a mio avviso. Se effettivamente tu consideri una persona tanto importante, e questa persona dice che ti considera allo stesso modo o che comunque tiene alla tua amicizia, tutto deve essere un "dare e avere"
Sembra brutto da dire, quasi come un ricatto, ma se in un'amicizia una persona da tanto e riceve troppo poco, i casi sono due, o la persona non tiene a te come tu tieni a lei oppure sei un fedele che prega una divinità facendo offerte senza aspettarsi quasi nulla in cambio.
QUando nascono i problemi in un amicizia, si parla e arrivati alla conclusione in cui quasi sempre la ragione sta nel mezzo, si cerca da entrambe le parti di andare a tappare il problema, modificando il comportamento nei confronti dell'altra persona in modo da non offenderla o metterla a disagio nelle prossime situazioni analoghe.
Esempio: l'amico in questione non è una cima in Italiano e sbaglia spesso a scrivere i messaggi, se glie lo si fa notare si offende, e tra le altre cose risponde molto male. Io come amico da quando me l'ha detto, ho fatto molta attenzione a non correggerlo mai. Mentre quando ho fatto presente che alcuni suoi comportamenti mi danno fastidio, non solo non ha fatto niente per "correggerli" o comunque cercare di smussarli, mi ha anche fatto passare come se fossi io uno che si aspetta troppo, che "vive nelle aspettative", continuando a comportarsi allo stesso modo.
Vi faccio un esempio di una conversazione avvenuta tra l'altro qualche settimana fa fra me e Tia dove A sono io e T è lui:
A: ciao Tia, domani e mercoledì non lavoro, ci vediamo? o se vuoi puoi venire da me stasera (NB: lui lavora come panettiere e finisce verso le 3/4 del mattino di lavorare, quindi il mio stasera era inteso come quando finisci di lavorare, dove di solito viene da me, dorme qui e poi al mattino o stiamo ancora insieme o ci salutiamo)
T: eh Ale nn riesco mi spiace
A: ok, se ti libero domani pomeriggio avvisa se no ci vediamo poi
T: se vuoi ci troviamo domani mattina alle 10 al forno
A: ok a domani
al mattino seguente, lui mi scrive alle 9.32 che non ci sarebbe stato, e che, scritto da lui e citando le parole esatte: "Facciamo al pome che sono ancora a casa sorry"
Io non so voi, ma do peso alle parole che si dicono e agli impegni che si prendono.
Fatto sta che nel pomeriggio non si è più fatto sentire, e neanche il giorno dopo.
Io mi sono ovviamente incazzato, perchè se una persona mi dice "facciamo al pomeriggio" io aspetto che tu mi dica quando e non prendo impegni, o comunque organizzo la mia giornata sapendo che comunque dovrò dedicarti del tempo. Se avesse scritto, "se riesco facciamo nel pome" il discorso era diverso, non c'era una certezza alla base e quindi avrei dato molto meno peso alla cosa.
Fatto sta che ne al pomeriggio, ne alla sera e nemmeno il giorno dopo ho ricevuto un suo messaggio. Niente di niente, quando l'educazione direbbe "ciao Ale, scusa ma ieri..." "Ale mi dispiace per ieri ma ho avuto un imprevisto" Ale scusa mi sono dimenticato".
Hai fatto una figuraccia, ma almeno ti sei scusato. Secondo me è una questione di principio, di rispetto per l'altra persona e di educazione.
QUesto esempio è solo uno ma la situazione si ripete spesso.
Oggi parlando con Edo di questi problemi (ne ho elencati solo alcuni) lui pensa che sono io ad aspettarmi troppo, che secondo lui il fatto che Tia mi dia parola e poi non si presenti o comunque non si faccia sentire non sia un problema o una mancanza di rispetto. Addirittura al mio dire: "No Edo, se questa cosa l'avesse fatta una persona che conosco appena o che è un conoscente, avrei dato molto poco peso alla cosa, ma essendo tu il mio migliore amico mi aspetto che tu abbia rispetto nei miei confronti." e secondo lui è il contrario, ossia gli darebbe piu fastidio che sia un conoscente a non farsi sentire che il migliore amico, perchè dovrei capire che magari si è dimenticato di scrivere....
Aspetto vostre risposte e commenti, a cui risponderà allegando altri dettagli su questo litigio.