Originariamente inviata da
Lucien
L'essenza della questione l'hai già colta: la ricerca è compulsiva perché l'amore è prima di tutto un istinto, quello che fa capo alla prosecuzione della specie. Questo istinto è presente in tutti ed in alcuni è più evidente ed importante che in altri.
Personalmente la questione mi divide:
- Da una parte sono per la liberalizzazione selvaggia dell'amore, penso che privarsi di un piacere così bello e naturale per mille pastecche contingenziali (ovvero: seghe mentali) sia stupido. Troppe volte ci fermiamo a pensare se troveremo la nostra convenienza nel rapporto, per non parlare dei patemi morali tipo quelli sulla durata della storia, sulla "giustezza" del partner, e così via. Vivremmo tutti più felici togliendo all'amore quella ***** di patina di sacro con cui l'abbiamo unto.
- Dall'altra parte penso che l'uomo completo possa davvero dirsi tale solo se raggiunge un compromesso onorevole con i suoi istinti; privarsi dei piaceri è sciocco, ma l'uomo completo dev'essere libero, e chi ubbidisce ciecamente agli istinti libero non è, perché è guidato da una forza che è altro da sé.
La mia soluzione di compromesso sta in una sorta di gioco: amare non occupandosi che del bene di chi si ama, per averne felicità di riflesso. Però per ora non ne ho voglia