19 giu 08
Fenomeno sempre più frequente. 19 giugno 2008 - Pastori poverissimi che avvelenano le carcasse di animali per uccidere i predatori - leoni, leopardi e via dicendo - che ghermiscono le loro greggi. Un fenomeno sempre piu' frequente in Kenya, e documentato: sono centinaia, ormai, i casi accertati di predatori - e tra loro anche rapaci: aquile e uccelli dalle analoghe caratteristiche - uccisi in questo modo.
Lo documenta un'indagine condotta dagli ambientalisti keniani, in particolare dall'eminente naturalista Richard Leakey, che per un lungo periodo collaboro' anche col governo del Kenya, per poi esserne messo al bando. Ne riferisce la Bbc on line, che elenca numerosi casi accertati e cita il professor Leakey che dichiara: ''Quello dell' avvelenamento per le comunita' rurali in kenya e' divenuto ormai la maniera piu' semplice per evitare che i predatori ammazzino i loro animali''.
La tecnica e' relativamente semplice, e passa attraverso l'uso di un mortale insetticida noto come Carbofuran, la cui vendita e' proibita nell'Unione Europea, e strettamente regolata negli Usa. Ma del tutto libera in Kenya: l'unica precauzione raccomandata, come si legge sulla confezione del prodotto, e' di tenerlo fuori dalla portata dei bambini.
E la tragedia si consuma cosi' con semplicita': si riempiono di Carbofuran le carcasse di animali morti o appositamente uccisi, e le si lasciano nella boscaglia. Quando il leone, il leopardo o altri predatori arrivano per spolparlo si avvelenano e muoiono, magari dopo settimane - tra sofferenze. Ci sono testimonianze di capi abbattuti per evitarne un'agonia senza speranze. Cosi' come di aquile o altri rapaci letteralmente precipitati dopo aver spolpato le carcasse contaminate.
(ANSA)