Era una cagnolina meticcia, provabilmente randagia, venne catturata e sottoposta ad un durissimo addestramento. Fù imprigionata in una gabbia di piccolissime dimesioni, sottoposta ad ogni genere di privazioni, stress e a continui estenuanti test (i giri nella centrifuga che simulano il lancio spaziale).
La navicella dove sarebbe partita era lo sputnik 2 e prevedeva di portare con sè acqua e cibo, ma non prevedeva il rientro, quindi la sorte di Laika era già segnata sin dall'inizio della missione.
Laika fu riconosciuta come il primo essere vivente lanciato nello spazio, ma in verità morì subito dopo poche ore dal decollo. NELLA FRENETICA CORSA DELL'UOMO ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO, VENNE INUTILMENTE E INGIUSTAMENTE SACRIFICATO UN ESSERE INNOCENTE.
Molti raccontando l'impresa descrissero il viaggio di Laika come se la povera cagnetta fosse felice ed orgogliosa di poter fungere da eroe per la scienza.
Lo scrittore Dino Buzzati si scagliò contro di loro scrivendo: "Di cani ne ho conosciuti tanti, miei e non miei, grandi piccoli, vecchi, giovani e non uno manifestò mai qualcosa che possa lontanamente somigliare all'interesse scientifico. Fedeltà, altruismo, disinteresse, bontà, pazienza, tenacia, coraggio, putualità, disciplina, gratitudine, tutte queste virtù, che noi pratichiamo così di rado, il cane le possiede interamente. Ma amore per la scienza prorpio no. Immaginare, che il tremendo compito assegnatole inorgoglisse ed esaltasse Laika, è sinonimo di assurdo".
Per quanto mi riguarda sono proprio daccordo con Buzzati...