Fin dalla prima Playstation, da più di 10 anni dunque, i Naughty Dog confezionano esclusivamente su console Sony intere trilogie che cronologicamente seguono la storia della generazione stessa a cui appartengono; hanno creato Crash Bandicoot, considerato mascotte di SCE fino all’avvento della Playstation 2 quando la stessa Naughty Dog decise di abbandonare la serie per affidarla a studi meno importanti e meno capaci.
Con l’avvento di una nuova generazione di console, non poteva mancare una nuova trilogia da parte di questi talentuosi programmatori che si sono arricchiti recentemente di alcune importanti personaggi del mondo videoludico come Amy Hennig, famosa per via del suo determinante contributo alla creazione di Soul Reaver. Durante la Games Convention di Lipsia, abbiamo avuto modo di visionare una demo giocabile del primo capitolo della loro prossima serie, Uncharted: Drake’s Fortune.
Nonostante fosse già atteso per via dei numerosissimi teaser e filmati in game elargiti con più o meno parsimonia nelle più svariate conferenze, è a Lipsia che c’è stata data la possibilità di testare il gioco con mano, permettendoci di giudicare approfonditamente ogni sfaccettatura e caratteristica del titolo in questione. Saranno riusciti ad impressionarci?
La trama…
Durante l’avventura impersoneremo Nathan Drake, un novello Indiana Jones, alle prese con la ricerca della perduta El Dorado aiutato da una giornalista televisiva specializzata in ambito storico e dal diario di Sir Francis Drake, dal quale il protagonista è convinto di discendere.
Grazie al documento, i nostri eroi presto giungeranno in un’isola in mezzo al pacifico del sud non segnata su alcuna mappa (Uncharted appunto), dove Drake avrebbe svolto alcuni affari non ancora precisati. Sfortunatamente per loro, gli avventurieri non si ritroveranno certo soli, vi saranno anche enormi gruppi di pirati moderni e di contrabbandieri che non avranno altro scopo se non quello di intralciare le nostre ricerche, costringendoci a faticare notevolmente per proseguire nel gioco.
Non mancheranno aiuti e presenze amiche all’interno dell’isola: saremo affiancati da Sullivan, esperto archeologo e mentore di Nathan con cui condivide la stessa passione per gli antichi tesori sommersi e per le città perdute.
Con un impasto narrativo tipico dei giochi d’azione alla Tomb Raider o alla Indiana Jones, Uncharted tuttavia potrebbe sorprendere anche sotto questo punto di vista; soprattutto per via della partecipazione al progetto di alcune ex-menti di Crystal Dinamics che crearono Soul Reaver, serie che possiede ancora oggi uno degli intrecci più riusciti nella storia videoludica.
Tecnicamente al top
La realizzazione tecnica di Uncharted: Drake’s fortune è sorprendente in ogni ambito o quasi. Punti di forza sono l’enorme quantità di poligoni unita ad un incredibile numero di effetti grafici di ultima generazione, fra cui stupiscono soprattutto l'insuperata illuminazione che rende ogni schermata di gioco perfettamente nitida e colorata e mette in risalto soprattutto il fenomenale modello del protagonista.
A stupire maggiormente sono però le animazioni, presenti in quantità elevata, che trasmettono al giocatore una ottima sensazione di realismo (quando Nathan correrà, potrete notare come oltre al suo corpo si muovano anche le pieghe dei suoi vestiti).
Nonostante le esplosioni e gli effetti visivi siano stati realizzati con grande perizia, la fisica ambientale è ancora altalenante poiché non tutta la vegetazione ne è provvista: alcune piante si muoveranno al nostro passaggio, altre invece, anche se poche rimarranno pressoché immobili.
Giocabilità
Ancor più che la grafica, è stata la giocabilità a colpirci poiché, nonostante si sapesse a grandi linee che Uncharted riprendeva la struttura ludica già vista in Resident Evil 4 o in Gears of War ampliandone largamente gli obiettivi, non ci aspettavamo una tale immediatezza nel controllare Nathan Drake, tanto meno nel compiere la maggior parte delle azioni.
Tralasciando qualche difetto in una telecamera forse eccessivamente statica, l’impostazione delle sparatorie, durante le quali sarà possibile sfruttare l’ambiente come riparo dal fuoco nemico, dei combattimenti corpo a corpo, accessibili tramite un tasto apposito e non attraverso il quick time event come in Resident Evil 4, e delle fasi esplorative, ricche di elementi platform, è encomiabile e dimostra come i programmatori non abbiano riservato tutto l’impegno alla sola realizzazione grafica ma anche a tutto il resto dell’apparato di gioco, risultando davvero soddisfacente e a suo modo unico.
Sono da segnalare tuttavia alcune scelte stilistiche a mio avviso opinabili, come la mancanza di una barra energetica o di un supporto che ci aiuti a comprendere lo stato e le condizioni del protagonista che potremo intuire solo dalla perdita del dettaglio dei colori graduale, un'idea senza dubbio interessante ma poco pratica durante le partite poiché non è stato facile avvisare l’effetto dei primi colpi che abbiamo subito.
Inoltre andrebbe migliorata la precisione del fuoco durante le fasi shooter in terza persona che risultano frequenti mentre dobbiamo cercare un riparo da cui poter mirare con maggior precisione. Questi momenti risultano fin troppo instabili e poco funzionali, spesso è più efficace il combattimento corpo a corpo che il fuoco a corta distanza in terza persona.
E’ da considerare una buona IA dei nemici che, dopo avervi individuato, saranno duri da abbattere senza subir danni e la loro risposta al fuoco ci è sembrata efficace.
L’utilizzo dei sensori, per quanto visto nella demo, è stato limitato all’esecuzione di alcune acrobazie e al bilanciamento del peso del corpo in sezioni dove era essenziale mantenere l’equilibrio e alle granate
9/10
YouTube - Uncharted Drake's Fortune 'Gunplay' HD
YouTube - Uncharted: Drake's Fortune - first level
YouTube - Uncharted: Drake's Fortune Trailer