Le nove di sera, domenica sera d'inverno,
fa freddo, c'è nebbia,
in fondo alla strada s'è accesa l'insegna
"Blue Garden: si balla ".
Qualcuno ha già aperto le grandi vetrate d'ingresso,
canterà Baby Silver,
qualcuno giù in sala accenna sul piano un motivo di blues...

Si veste un cameriere, è domenica sera,
si annoda un orchestrale la cravatta in seta nera,
e indossa il capo orchestra la giacca in lamè blu...

Nel bar di luci e specchi col ghiaccio dentro ai secchi
c' è un giovane invecchiato che non sorride più....

Le dieci di sera, domenica sera d'inverno
che gocciola fumo,
ma dentro alla sala il caldo dimentica
il resto del mondo...
L'orchestra ha finito un brano dal ritmo latino,
" Cuban cha-cha-cha "
singhiozza il clarino seguendo il ricamo di note in " Stardust "...

Bisogna divertirsi, è domenica sera,
c'è da dimenticare la noia pesa e nera,
c'è da dimenticare la favola che fu...

Potere dire " vivo ! " sull'onda d'un motivo
stringendosi una donna che non si vedrà più...

E' l'una passata, domenica sera d'inverno,
ormai lunedì,
persone che sciamano macchiano il buio di risa
e rimpianti,
l'insegna violenta i visi che mordono freddo
di atroce blu-neon,
poi a un tratto si spegne e non resta che il suono dell'oscurità...

C'è da ricominciare un'altra settimana
strascinando nei giorni l'attesa quotidiana,
scordando e stemperando la tua precarietà...

La notte sale adagio, la strada è di un randagio
che annusa i suoi fantasmi e abbaia alla città