Non c'è concesso di essere, noi siamo
soltanto un fiume: aderiamo ad ogni forma
al giorno ed alla notte, al duomo e alla caverna
passiamo oltre: l'ansia di essere ci incalza.

Forma su forma, riempiamo senza tregua
nessuna ci diviene patria, gioia o pena
sempre siamo in cammino, ospiti da sempre
e non c'è campo né un aratro per noi e il pane cresce.

E non sappiamo che cosa Dio ci serbi
gioca con noi, come argilla nella mano
muta e cedevole che non piange né ride
mille volte impastata e mai, e mai bruciata.



Potessimo una volta farci pietra, durare:
questa è la nostra eterna nostalgia
e un brivido perdura a raggelarci
e non c'è pace, e non c'è pace sulla nostra via.