Un miliardo di euro, tanto incasseranno i presidenti dei club di calcio dalla prossima stagione: la Lega Calcio sta concludendo ormai le ultime aste e trattative private. Una svolta importante, e il merito va riconosciuto soprattutto alla vecchia gestione: fu l'ex presidente Antonio Matarrese a trovare infatti l'advisor Infront che ha garantito un minimo di 900 milioni all'anno di diritti tv, minimo che ora sta toccando quota 1 miliardo. Solo la Premier League ci batte. Venerdì in Lega verranno assegnati i diritti esteri: l'offerta migliore è stata di Mp&Silva, 90,5 milioni all'anno. Preceduti gli altri concorrenti: Mediapro, Img, Sportfive, Telesport, Tring, B4 (che ha già i diritti esteri della Coppa Italia), Kentaro, Multimesh. Segno che il prodotto faceva gola, ora bisognerà venderlo bene all'estero. In dirittura anche i diritti per gli highligths in chiaro e la radio: offerte da Rai, Rtl 102,5 e Interactive. La Rai rischia di perdere una trasmissione storica come "Tutto il Calcio minuto per minuto", che festeggia proprio adesso i cinquant'anni? Dalle ultime notizie, sembrerebbe di no. Sembrerebbe che l'offerta della Rai sia superiore a quella di Rtl 102,5. Da piazzare entro fine anno ci sono ancora Coppa Italia (12-13 milioni?), telefonia, Internet, Dvbh, emittenti private. Già incassato il malloppo più consistente, quello dei diritti pay, da Sky (satellite) e Mediaset e Dahlia (digitale). Il nuovo presidente della Lega, Maurizio Beretta, dovrebbe poter annunciare di aver raggiunto il traguardo del miliardo all'anno. Dalla prossima stagione ci saranno due Leghe, una di A e una di B: e Beretta non è certo che venga confermato, all'interno della Lega maggiore non tutti sarebbero convintissimi. Ma c'è ancora tempo per decidere. Intanto i presidenti gongolano: la nuova ripartizione dei diritti collettivi, nata grazie alla legge Melandri-Gentiloni, dovrebbe cambiare il gap. Le grandi, se sapranno restare ai vertici, ci rimetteranno poco o nulla, ma cresceranno molto le medio-piccole. Poi, come spenderanno i soldi in più che incasseranno sarà un altro discorso. Nessuno li obbliga: compreranno giocatori? Aumenteranno gli ingaggi? Miglioreranno gli stadi? O qualcuno porterà i soldi all'estero? Possibile tutto, con certi personaggi: ma per alcuni club potrebbe essere davvero ossigeno in più per fare il tanto desiderato salto di qualità. Ci riferiamo soprattutto a Sampdoria e Fiorentina: in base alle proiezioni sulle nuove ripartizioni, il club di Garrone andrebbe a guadagnare 24 milioni in più (arrivando così a quota 42) e la Fiorentina 30 (arrivando a 49). Con quei soldi potrebbero davvero pensare di dare la scalata allo scudetto. E le altre? La Juve ci rimetterebbe due milioni (robetta, visto che presto avrà uno stadio nuovo con più introiti) anche se l'ex presidente Cobolli Gigli si era stranamente lamentato, l'Inter perde 1,6 milioni, il Milan 1,9. Il Napoli salirebbe invece di 13 milioni, la Lazio di 11, il Siena 14, il Chievo di 22, l'Atalanta di 23, il Cagliari di 16, il Bologna di 13. Sono cifre davvero consistenti. Per la Roma invece non cambierebbe quasi nulla. Il 7,5% del miliardo complessivo andrebbe alla B, l'1% a Lega Pro (che si è lamentata) e Lega Dilettanti, lo 0,5% alla mutualità generale. Il nuovo criterio di ripartizione prevede un 40% uguale per tutti, il 30% in base al risultato sportivo e il 30% in merito al "peso" dei tifosi ( simpatizzanti?). Una curiosità, la classifica dei campionati dal '46 ad oggi vede al comando la Juve con 974 punti, seguita da Inter, Milan, Fiorentina, Roma, Torino, eccetera. Si tiene conto del 10% dei risultati ottenuti a partire dal 1946, il 15% nelle ultime cinque stagioni e il 5% in base alla classifica dell'ultimo campionato. Quindi, è importante finire nelle prime posizioni. Porta soldi. Sarà interessante scoprire, nei prossimi anni, se le nuove ripartitazioni (che scatteranno come detto dalla stagione 2010-2011) porteranno ad un campionato di A meno scontato di quello attuale, dove fra la prima (Inter) e le seconde (Juve e Samp) ci sono già sette punti di distacco e dove fra la prima (Inter) e l'ultima (Siena) ce ne sono addirittura ventidue. E siamo solo all'undicesima giornata, nessun torneo europeo è così squilibrato. Un campionato più vivo, più vivace porterebbe più gente negli stadi e avrebbe anche maggior appeal all'estero. Ma di ridurre la A da 20 a 18 non se ne parla più ormai, e quindi teniamoci questo calcio (a volte noioso).
Diritti tv, ecco un miliardo "ricche" Samp e Fiorentina - Spy calcio - Repubblica.it