Ieri ho aperto il mio forum.
Le motivazioni che mi hanno spinto sono molte e le spiego sotto.
Amo utilizzare la fantasia come un mezzo per giocare ed incontrarsi.
Ecco..il forum è ancora vuoto in gran parte, ma vorre costruirlo con altri
che come me ritengano che "lillusione non è loro nemica" (cit.)
Oltre a scivere qui... venite a trovarmi !
Valle dell'Eco Social Forum
L'idea di questo piccolo spazio virtuale, nasce dalla mia vita. Come
molti di voi sapranno, Eco era una Ninfa condannata a ripetere in
eterno le ultime parole pronunciate da altri. Eco si innamora
perdutamente di Narciso, che altri non poteva avare se non se stesso.
Invano Eco tenta di dichiarargli i suoi sentimento e di salvarlo
dall'inganno dello stagno, in cui Narciso amoreggiava con la sua
immagine riflessa. Egli morirà nel tentativo vano di abbracciare se
stesso in uno specchio d'acqua, senza riconoscerso mai. Lei vivrà
inascoltata perchè in eterno privata di parole proprie. Ebbene, io fui
Eco e amai Narciso, almeno a suo dire... se questa può essere
considerata una garanzia.
Le valenze evocative di questo mito sono pressochè infinite. Questo è il maggior pregio del mito, della fiaba e di ciò che parla per immagini. Molti come me avranno cercato in altri specchi, ed altri cadranno morti per questo in un abbraccio che non può stringere a sè nulla. L'amore è fantasia d'oggetto, ed in ciò sta il suo potere liberatorio, ma è anche legame essenziale con l'oggetto. Un amore che non riesce a vederlo è sterile e non può generare cambiamenti. L'amore unendo deve riconosacere e distinguere, e ciò non è sempre semplice. Pochi sanno rinunciare alle lusinghe del proprio mondo fantastico, giocandone il bello per arricchire la vita tenendo ferma l'irriducibile profondità di quest'ultima. Soltanto la vita è infinitamente profonda perchè essa è lo spazio terzo in cui ci incontriamo tutti, con il nostro bagaglio di fantasie alle interno del vincolo reciproco, meglio noto come realtà. Per poter dispiegare sogni veramente liberi, sentimentio ricchi e vivere un tempo pieno occorre accettare di esercitare la propria fantasia all'interno di un limite che ne ridireziona la corsa dal dilagare orrizzontale, alla non linearità aperta e potenziale si diroge nel profondo. Niente quadra, ma tutto è semplice con la giusta dose di saggezza. Io almeno la chiamo così, senza intendere con questo termine alcunchè di razionale, ma piuttosto il frutto di una disponibilità emotiva.
Vita e amore. Parlo di cose grosse. Del resto vi fu un tempo, molti anni fa in cui mi riempivo la bocca di bocconi che non potevo ingoiare. Vorace sono sempre rimasta, ma ho appreso il segreto di gustare, preparare buoni piatti e consumarli assieme ad altri.
Questo meschino episodio di vita da me teatralizzato si muta in valle attraverso un persorso solitario di sofferenza profonda. Questo percorso si chiama dimenticare infondo, ma dimenticare senza accettare la semplificazione di fare un torto a ciò che è stato. Accade che i più rinnegano in se l'amore nel momento in cui lo ritraggono per disfarsi prima dell'oggetto e dell'investimento, o ancora lo negano nel medesimo modo non riuscendo a gestire la compresenza in se del bene ricevuto prima e della pugnalata ricevuta poi nell sostanza della medresima mano. Questa efficacie strategia di sopravvivenza mi è estranea, e di questa estraneità non so dire le ragioni. Certamente a causa delle mie carenze umane ho dovuto imparare a tollerare il conflitto e a viverne, e molto prima imparai l'ineluttabile realtà del non senso della perdita. La perdita non ha senso cosiccome l'illusione che l'amore alimenta per arginarla e consentire a ciascuno di noi che sia pensabile e possibile condividere e costruire. Ora so entrambe le cose. Ho restituito i regali ricevuti ma non le cose imparate, a differenza di chi me ne fece dono. Questo è tentare di dimenticare, cioè poter vivere nuovamente rendendo giustizia a chi prima di toglierci con furia ci ha dato. Questo è cercare di ospitare in se le ragioni di tutti e quindi il conflitto. Del resto, conflitti ne ho sempre ospitati ed imparare a vivere, cosa che per quello che è il mio percorso significa imparare ad amare, significa questo. Non illudetevi mai di salvarvi da questo con una scelta d'oggetto. Ma sappiate anche che tutto questo non dovete capirlo ma sentirlo.
La valle è il luogo in cui risuonano le ultime parole di Narciso, che sono però parole di Eco. Eco è condannata a ripeterle ma lo fa per bocca sia, ed è soltanto Narciso a non riconosacervi che le proprie.
Vorrei che questo fosse un luogo dove incontrarsi e confrontarsi, anche attraverso le nostre fantasie. Del resto è inevitabile che ciò accada, perchè questo è essenzialmente uno spazio di illusione ma essa è talvolta il Ponte di Cristallo che unisce i Nostri Mondi ( insieme Consci e Emersi ed Inconsci e Sommersi). Il Mare che li divide è tutto ciò che ci differenzia dagli altri, o meglio, ciò che si innesta su tale differenza: difese, sovrastrutture,proiezioni, idealizzazioni, ecc. L'illusione stessa può divenire mare se non oceano se non si affina l'arte della distinzione. Vorre che qui tutti accettassimo di essere noi stessi attraverso il gioco e la fantasia, che soli possono aggirare tante barriere. Infondo siamo tutti protetti da schermi, esattamente come nella vita dai nostri filtri. Quelli di ogni giorno possono essere abbandonati. Vorrei che tutto ciò aiutasse ciascuno a dare frutti nella propria vita di carne e sangue, e non invece lo incarcerasse in un mondo d'etere.
Ecco come attraverso scosse telluriche di imponente magnitudo, tra le lande della mia vita si apri una spaccatura meglio nota come Valle Dell' Eco. Inizialmemnte non vi feci entrare nessuno, poi la aprii a chiunque. Ora è un paese che tenta di autodeterminarsi e che prova ad aprirsi soltanto ai viandanti rispettosi. Dico prova, perchè non ho mai saputo schierarmi e determinare cosa è male e cosa è bene, ne tantomeno ho mai pensato di dare valore a me stessa o di poter meritare. Ma su questi ed altri problemi di governo, lascerei cadere il silenzio.
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